«La musica non viene fermata da nessuno, tantomeno dal Covid. Speriamo che si fermi lui, piuttosto!»
Così Mario Fiorini, presidente della Civica Associazione Musicale S. Cecilia di Manerbio, ha voluto citare il titolo di uno dei nostri scorsi articoli, “Chi fermerà la musica?”.
Infatti, sebbene duramente provata dalle restrizioni anti-Coronavirus, la Banda ha proseguito le attività. Non sarebbe stato pensabile farlo senza adeguare la sede: perciò, proprio a questo è stato provveduto. La moquette è stata rimossa.
Sono stati materialmente definiti (con nastri e bolli) i percorsi da seguire all’interno. Sono stati posti schermi in plexiglas davanti a tavoli e scrivanie.
Un notevole lavoro sia manuale che burocratico, per il quale Fiorini ha voluto ringraziare chi se ne è occupato.
Durante una riunione coi genitori degli allievi, alla presenza degli insegnanti di musica, il direttore della Banda ha illustrato il programma per le lezioni 2020/2021, finora puntualmente rispettato. È stato mestamente ricordato Maurizio Pea, assai rimpianto come persona, dopo che il Covid l’ha sottratto ai suoi cari ancora agli inizi della pandemia.
E le prove dei concerti?
Nel mese di agosto, il Comune aveva concesso l’uso dell’Area Feste in via Duca d’Aosta.
Adesso, benché la sede sia dotata di igienizzanti, termoscanner e quant’altro, non è pensabile impiegarla allo scopo: le ragioni di spazio sono implacabili.
In essa, quindi, si tengono solo le cosiddette “prove di sezione”: una volta quelle dei legni, un’altra quelle degli ottoni, e via discorrendo. Per le prove generali, si guarda alla possibilità d’impiegare il bocciodromo
E il Concerto di S. Cecilia? Il palco del Politeama non consentirebbe il “distanzia-mento sociale” fra i bandisti. Ancora una volta, il Comune potrebbe concedere alla Banda l’uso della palestra di via Cremona.
Fiorini non vuol nemmeno pensare all’eventualità di rinunciare al concerto – per ovvie ragioni.
Prossimamente, verranno pianificate anche le prove del coro “Sotto la torre”, finora tenute in luoghi vari – dopo lo scoppio della pandemia. L’unica certezza (come dicevamo all’inizio) è che la musica non si fermerà.
Erica Gazzoldi