Gentile direttore,
in questi giorni a Manerbio abbiamo perso l’amico e compagno di tante esperienze vissute Luigi Agnelli, dopo una lunga malattia invalidante. Aveva iniziato a lavorare in giovane età facendo il manovale, per la stretta necessità di contribuire al mantenimento della sua numerosa famiglia. Finalmente, dopo alcuni anni venne accettata la sua domanda di lavoro all’IVECO di Brescia ed è proprio lì che lavorò per oltre trenta anni facendo il classico pendolare e svolgendo da maestro l’incarico di sindacalista. Una volta libero da tante ore passate in viaggio, e dopo aver maturato la sua giusta pensione, non esitò a rendersi disponibile a far parte del direttivo del Sindacato dei Pensionati della Camera del Lavoro di Manerbio, dove si assunse, tra gli altri incarichi, anche un compito molto delicato ed importante: quando veniva a mancare un iscritto si recava a casa dello scomparso, portando a nome del sindacato le condoglianze alla famiglia, consegnando contemporaneamente i moduli per la domanda della pensione di reversibilità, fornendo aiuto e indispensabili informazioni in materia ai parenti.
Il nostro Luigi non era una persona di molte parole, quando invece erano i suoi occhi ad esprimere il suo pensiero, consenso e dissenso che fosse, sull’argomento trattato. Faceva attivamente parte del nostro gruppo di volontari, una schiera di persone animate dalla voglia di fare e di aiutare i lavoratori. Si andava molto d’accordo, come sempre succede tra persone disponibili, aperte e generose. Luigi era un compagno di riferimento, una persona squisita, sincera, onesta con un accattivante sorriso, che non rifiutava mai la sua adesione alle iniziative emergenti per la salvaguardia delle pensioni, comprese le sue immancabili presenze alle manifestazioni provinciali, regionali e perfino nazionali. Personalmente, aveva sempre avuto un grande desiderio, quello di visitare i luoghi dell’olocausto in Polonia. Mettendoci di impegno, riuscimmo in breve tempo a mettere insieme un bel gruppo di pensionati e visitammo il campo di sterminio di Auschwitz e successivamente quello di Birkenau, con Luigi accompagnato dalla cara moglie Marina. Ricordo la sua traboccante commozione e le sue lacrime alla vista della montagna di scarpine dei bambini e delle valigie di cartone delle vittime dei nazifascisti. Purtroppo, dopo questa esperienza si manifestarono i primi segni di una malattia, devastante per lui e per la famiglia, che con grande difficoltà gli prestò cura ed assistenza in casa, dato che purtroppo in Italia ed anche in Lombardia manca una rete di protezione sociale per queste travolgenti infermità. Nel suo caso, la moglie Marina e la figlia Eva si sono prese amorevolmente cura di lui per tantissimi anni, assistendolo fino alla fine nella sua adorata abitazione, senza ricevere alcun particolare pubblico aiuto economico supplementare da parte dello Stato.
Ora però sono certo che la sua figura di uomo dalle molte virtù lascerà un vuoto in tutta la comunità manerbiese, che proprio nel giorno della Memoria ha assistito alla sua cerimonia funebre. Luigi mancherà non solo alla sua amata famiglia, ma anche a quanti lo hanno conosciuto, hanno collaborato con lui ed apprezzato le sue doti. Ci mancherai tanto, Luigi, fà buon viaggio verso la luce che dà la vita! Nel nostro cuore ci sarai sempre!
Luigi Andoni