Novembre, in un certo senso, a Manerbio è il mese del jazz. Infatti, nel 2022, il Politeama ha ospitato le tre serate del Manerbio Jazz Festival. Ovviamente, nell’organizzazione dei concerti, era impegnata la Civica Associazione Musicale “S. Cecilia”.
Il 3 novembre, si è esibito l’Enrico Pieranunzi Trio. L’eponimo del gruppo è pianista, compositore e arrangiatore; può vantare una carriera lunga e internazionale, costellata da diversi premi. È l’unico musicista italiano ed uno dei pochissimi europei ad aver suonato e registrato più volte nello storico “Village Vanguard” di New York, con Marc Johnson and Paul Motian (Camjazz, 2010).
L’11 novembre, è stata la volta dell’Emanuele Cisi 4tet. Vogliamo soffermarci su questo concerto, perché dedicato a una leggenda del jazz: il tenorsassofonista Lester Young (Woodville, 1909 – New York, 1959). La cantante Billie Holiday, in segno di rispetto per la sua arte, lo soprannominò “Prez”, abbreviazione di “presidente”. Il padre, operaio e musicista, lo avvicinò alla musica assai presto. Ammiratore del sassofonista Frankie Trumbauer, Lester cercò di imitarne lo stile su un sassofono tenore anziché su un sassofono in do. Questo rese lo stile di “Prez” insolito e originale. Proprio l’originalità sarà alla base della sua brillante carriera, così come della sua decadenza. Col tempo, infatti, Lester Young divenne sempre più eccentrico; cominciò a darsi all’alcool e a dimenticarsi di mangiare, finché non gli fu diagnosticata una forma di schizofrenia. Morì in una stanza d’albergo a New York, ormai del tutto alienato dalla realtà. La sua arte, però, è rimasta nella storia del jazz. L’Emanuele Cisi 4tet ha riproposto il repertorio di Young a Manerbio, in tutta la sua creatività e poesia; gli ha dedicato anche il “Presidential Dream” (= “Sogno presidenziale”), un pezzo composto pensando a quali potessero essere stati gli ultimi sogni di Lester morente.
Dopo un ricordo così tragico e potente, è arrivata l’ultima serata, il 18 novembre, col Gegè Telesforo 5tet. Artista poliedrico e vocalist raffinato, Gegè ha attraversato un trentennio di storia della radio e della televisione. Ha innovato la tecnica “scat”, che permette di imitare con la voce il fraseggio musicale di vari strumenti. Del suo stile, sono apprezzati il garbo, la leggerezza e l’allegria, uniti alla massima professionalità. L’esibizione del suo quintetto ha certamente deliziato i manerbiesi, che hanno potuto godere di un “novembre jazz” di altissimo livello.