«Chi fa da sé fa per tre». O forse, vista la situazione e l’ambito, sarebbe meglio dire «Aiutati che il ciel t’aiuta». Quale che sia l’adagio popolare a cui si intende far riferimento, i giovani dell’oratorio di Manerbio hanno fatto un’ottima scelta: darsi da fare, mettersi in gioco per essere protagonisti di una piccola avventura (ma dal grande significato), alla fine della quale qualcosa di «vecchio» sarà trasformato in qualcosa di nuovo, a disposizione di tutti.
L’idea è presto detta. Nel cortile dell’oratorio di Manerbio c’era (c’è ancora) un vecchio e neanche tanto grande campo da calcio che, per via del colore del fondo, era conosciuto col nome di campetto rosso. Un campetto sul quale hanno certamente giocato e schiamazzato, nel segno di una sana vitalità, tantissimi bambini e giovani. Uno spazio, insomma, utile alla bisogna, ma che, se «ritoccato» un po’, poteva essere ancora più utile (e utilizzato). Ecco allora l’idea di trasformare il campetto in una sorta di spazio polifunzionale, adatto non solo al calcetto.
Già buona, questa idea è diventata ancora più buona, perché i giovani e meno giovani hanno pensato bene di non «appaltare» i lavori, ma di provvedere in prima persona. Con un doppio, evidente risultato: da un lato un risparmio economico, che in questi tempi di crisi non è certo cosa da poco; dall’altro, a nostro avviso ancora più importate, l’entusiasmo e la carica che ci prende quando vediamo qualcosa nascere direttamente dalle nostre mani, fatto da noi.
Non per buttarla in psicologia, sociologia, didattica e via dicendo, ma, avete presente quando ad un bambino regalate un gioco? Per bello che sia, dopo due gironi il balocco finisce nel dimenticatoio, insieme con gli altri. Se invece è il bambino che si costruisce un gioco, per brutto che sia sarà sempre più caro dell’altro, quello regalato.
Insomma, per tutto questo e altro ancora, dopo aver oliato per bene i gomiti, senza perdere tanto tempo, ovviamente alternandosi a un’impresa edile (certi lavori devono essere fatti da professionisti), i giovani si sono messi all’opera: hanno smontato parte della recinzione, hanno aggiustato e saldato qua e là dove c’era bisogno di una rinforzatina, hanno carteggiato il tutto, infine hanno dato una verniciatina al tutto.
Ovviamente non è finita. Quando il tempo sarà un po’ più clemente, saranno fatti altri interventi di rifinitura, così che poi il nuovo spazio polifunzionale sia affettivamente funzionale e possa essere utilizzato per tornei, giochi ed altro ancora.
In quel momento, avendola fisicamente realizzata loro, giovani e ragazzi diranno, con grande soddisfazione, «questa è cosa nostra». MTM