Manerbio; una grande festa per celebrare i nostri primi ottant’anni. Per festeggiare questa bella ricorrenza il comitato organizzatore, composto da Agnese, Giovanni e Luigi, ha ideato un pranzo conviviale che si è svolto la scorsa domenica 22 settembre. Per tutti i diversamente giovani con ottanta primavere era prevista una messa dedicata nella parrocchiale di San Lorenzo, dandosi appuntamento poi al ristorante Borgo Vecchio, dove si è tenuto un pranzo superlativo, adatto per la circostanza.
All’importante evento non hanno partecipato però moltissimi coetanei, avendo trovato i promotori grande difficoltà nell’informare i nati nel 1944 ancora viventi, a causa dell’impossibilità di ottenere gli elenchi dagli uffici comunali per motivi di privacy. “Pochi ma buoni”, si diceva un tempo, in ogni caso pieni di allegria i presenti, sorridenti, uniti: insomma, splendidi. Abbiamo tutti alle spalle una vita di lavoro, di impegni ma anche di soddisfazioni; abbiamo saputo costruire, anzi ricostruire l’Italia del Dopoguerra, rimboccandoci le maniche, resistendo nonostante tutto e tutti. Siamo nostrani, spontanei, e ancora belli malgrado l’età, belli dentro e belli fuori. Siamo sempre stati rispettosi del tempo che la vita ci ha offerto, ma anche oggi quando bisogna sorridere, facendo finta di niente, di fronte alle difficoltà e alle crisi in atto. Con tutto ciò vogliamo essere sì testimoni del passato ma anche essere sempre di buon esempio per tutti. Una giornata di festa, quella trascorsa tutti assieme: quanti complimenti, abbracci a non finire con gli amici di un tempo ritrovati, astenendoci dal contare le rughe sui nostri visi vissuti, rinnovando le conoscenze e inanellando i ricordi di “quella volta che…”. Per tutti noi è stata una giornata intensa, davvero bellissima e salutare, anche perché sappiamo tutti che 80 anni sono solo un dato anagrafico, mentre la nostra vitalità dimostra la nostra seconda giovinezza. E questo è stato anche il coro dei commenti finali con il ringraziamento agli organizzatori per un “arrivederci” e “a presto”.
Luigi Andoni