Sulla vicenda Finchimica la Procura ha aperto un’inchiesta per inquinamento ambientale. Nel registro degli indagati sono stati iscritti i vertici dell’azienda, tra i quali l’amministratore delegato e il responsabile del settore ambientale. I veleni che hanno raggiunto la falda sono 100 volte superiori ai limiti consentiti. Questa situazione preoccupa i cittadini. Il 30 agosto scorso, si è svolto un secondo aperitivo attivo organizzato dal gruppo “Conoscere e Partecipare” che ha visto la presenza di numerosi manerbiesi. In quella sede sono state illustrate le novità relative ad una vicenda venuta alla luce solo grazie ad un articolo pubblicato sul Corriere della Sera a firma del giornalista Pietro Gorlani. La scoperta di contaminazione della falda nei pieziometri della società Finchimica risale al 2021 ad opera dell’ARPA, ma in questi due anni la popolazione manerbiese non è stata informata. “Ora” spiega il gruppo “Conoscere e partecipare” “si devono recuperare i due anni di silenzio e si deve comunicare alla popolazione l’estensione, la gravità e il perdurare del fenomeno di inquinamento”. Grazie all’impegno e all’intenso lavoro del gruppo manerbiese guidato da Dario Selleri e Cristina Cavallini, è stato possibile ottenere un articolato dossier di 400 pagine che sarà analizzato da esperti. Da una prima visione, però, appare subito che i dati inseriti nel documento non sono per niente rassicuranti: 3,4-Diclorobenzotrifluoruro 4-Clorobenzotrifluoruro, Pendimetalin, Trifluralin e idrocarburi totali come n-esano. Questi parametri risultano anche 100 volte superiori a quelli indicati dall’Istituto Superiore di Sanità e di circa 30 volte i limiti Decreto legislativo 152/06. Il gruppo precisa, inoltre, che «il Comune ciha negato l’accesso agli atticontravvenendo al Codice dell’ambiente, che permette a ogni cittadino di chiedere documentazione riguardante lo stato dell’ambiente e del paesaggio nel territorio nazionale, come previsto dal decreto legislativo 195 del 2005, senza essere tenuto a dimostrare la sussistenza di un interesse giuridicamente rilevante». “Conoscere e partecipare” chiede all’amministrazione comunale di estendere i controlli di verifica della contaminazione ai pozzi pubblici e privati limitrofi, facendo svolgere le operazioni all’ARPA. Inoltre, poiché la Finchimica è inserita in Autorizzazione Integrale Ambientale e azienda a Rischio di incidente rilevante, soggetta ad un piano di autocontrollo periodico anche attraverso il monitoraggio della falda, è importante che le autorità preposte verifichino le cause del mancato funzionamento di questo sistema ed i punti che hanno generato l’inquinamento. In merito, poi, all’autorizzazione, da parte della Provincia, di un progetto, presentato dalla stessa azienda che prevede la produzione di un fungicida contenente sostanze potenzialmente pericolose (la modifica dell’impianto I200 è invece sospesa fino al 30 novembre al fine di conoscere le risultanze tecniche del procedimento di bonifica, ovvero al fine di conoscere l’estensione e il grado di inquinamento delle falde all’esterno del perimetro dello stabilimento), “Conoscere e Partecipare” ha presentato osservazioni a questo progetto, inviandole alle autorità preposte. Il gruppo di cittadini attivi, con l’appoggio di Legambiente Valle dell’Oglio avanza la proposta di reintroduzione della Commissione RIR (rischio incidente rilevante) che prevede, come membri, i rappresentanti della cittadinanza e di effettuare un’indagine epidemiologica sulla popolazione. Si richiede, inoltre, un monitoraggio dell’aria sistematica per le specifiche emissioni prodotte dal processo produttivo dell’azienda. Infine, il gruppo chiede, ai sensi dell’art. 22 comma 4 e comma 5 del DLGS 334/99, che il Comune proceda, essendo decorsi 5 anni dall’ultimo aggiornamento, a notificare alla popolazione le informazioni sulle misure di sicurezza, sostanze trattate e tutti i dati relativi allo stabilimento, trattandosi di azienda a “rischio di incidente rilevante”. L’ultimo aggiornamento risale a 13 anni fa. E poi, da ultimo, ma non certo meno importante del problema di contaminazione, ci si chiede se esiste un piano di istruzione ed evacuazione di abitazioni, esercizi pubblici, scuole ed ospedale nel caso di un incidente rilevante. In questo caso – che chiaramente ci si augura non avvenga mai – ad essere coinvolta non è solo la popolazione manerbiese ma un intero territorio che confina con la cittadina.
Barbara Appiani