Dal 24 luglio al 27 agosto 2022, il Bar Borgomella di Manerbio ha ospitato l’ennesima mostra dell’esposizione “In Essere”. Stavolta, era il turno di Fabiana Brognoli, presente anche sui social media (@q_fab su Instagram e “24 hours in A Disco” su Tumblr). Inquietante e curiosa allo stesso tempo, la sua produzione può essere suddivisa in opere realizzate a mano e arte digitale. La prima parte vede sperimentazioni con materiali differenti. L’interesse di Fabiana per il rapporto fra l’uomo e la macchina (con un occhio particolare per le tecnologie introdotte negli anni ’90) l’ha portata a riciclare circuiti elettrici e pezzi di radio. Con questi, ha realizzato un volto la cui forma è percepibile solo se lo si osserva a distanza. Un modo molto efficace di sottolineare come l’uomo tenda sempre più a fondersi con la macchina.
Un’altra sua peculiarità è la sensibilità per la musica. Del resto, è sposata con un DJ e il titolo del suo blog su Tumblr si traduce come “24 ore in una discoteca”. Una delle opere esposte è dunque “La musica in testa”: una figura riconoscibile come umana ha capelli composti interamente da vecchi dischi “45 giri”, uniti dalla linea curva creata con una guarnizione. Altre immagini sono invece un omaggio ai mosaici antichi.
È evidente la predilezione per i colori terrosi, le forme materiche, i volti deformati in senso onirico, che fanno emergere i vari strati della psiche. È ineliminabile una vena malinconica, insieme ai riferimenti all’Espressionismo tedesco. Anche quando i visi sono realistici (come quelli di tre musicisti di colore), sono frammentati, come a far emergere diversi pezzi dell’anima.
Passiamo ora all’arte digitale. Fabiana Brognoli è una web designer. Ha impiegato le proprie competenze professionali in buona parte della sua produzione artistica. Ha una notevole abilità nel il disegno a dita sul touch screen. Anche così ha creato figure che aprono spiragli sul mondo interiore, spesso simili a monaci buddhisti in meditazione, o con un tocco di Surrealismo. Altre hanno un aspetto extraterrestre. Oppure, situazioni del tutto innocue (il marito di schiena, mentre passeggia col cane) diventano scene notturne inquietanti. Due visi femminili alludono a un rapporto madre-figlia. I colori sono innaturali; i connotati si smarriscono; l’emozione dominante è la malinconia. Spiccano per questo due volti realizzati su sfondi gialli e rossi, che esprimono prepotente vitalità: quella di due musicisti sicuramente ben noti a chi vive “24 ore in discoteca”.
Esempi di Pop Art sono invece le cartoline con figure umane stilizzate o alterate, nonché con due autoritratti dell’artista: rimandano a un’arte fruibile per tutti. In questi quadrangoli di carta, la figura umana non è più frammentata, come se la piccolezza del formato e l’essenzialità del tratto impedissero ai pezzi d’anima di disperdersi, li contenessero nel margine limitato e rassicurante della cartolina. Insomma, l’interezza coincide con l’essenzialità. Questo potrebbe essere il manzoniano “sugo di tutta la storia”.
Erica Gazzoldi