Aveva 75 anni, e se n’è andato così, all’improvviso, accanto ai suoi familiari. Se n’è andato in modo “strano”, che nessuno s’aspettava.
Già da prima, mentre era in viaggio, lamentava in forte mal di testa. Poi, arrivato nel parcheggio dell’ospedale di Manerbio, ha avuto un mancamento. I familiari che erano con lui l’hanno fatto sedere, per dargli un po’ di sollievo. E’ finita così, non si è più rialzato.
Raffaele Camisani è uno di quei personaggi di cui la famiglia, e poi anche Brescia, e in particolare Cigole e Manerbio, possono e devono andare orgogliosi.
Uno di quei personaggi a tutto tondo, come ne nascono pochi. Uno di quegli uomini, se ci è permesso di scriverlo, «di una volta». Non solo galantuomo, insomma, ma impegnato con passione e competenza sui più fronti, e sempre con ottimi risultati.
Raffaele è stato sindaco di Cigole per vent’anni: dal 1970 al 1980, poi ancora dal 1985 al 1995. Erano i tempi, tanto per essere chiari, della Dc, di cui lui era un esponente. Per vent’anni Camisani è stato per davvero e letteralmente il «primo cittadino»: per l’appunto, uno di quei sindaci di una volta, che non vivevano nel palazzo, ma insieme con i cittadini e soprattutto per i cittadini.
Un segno, un gran bel segno, l’ha lasciato anche e soprattutto nel mondo della scuola. Forse, però, sarebbe meglio dire che il segno di Raffaele Camisani va inquadrato non tanto, o non solo, nel mondo della scuola, ma, più in generale, nel mondo del-l’educazione, perché la sua profonda ed efficace azione non era rivolta solo qui, nella Bassa, ma più in generale a livello di formazione dei giovani.
Conseguita la laurea magistrale, Raffaele è entrato nel mondo della scuola, e non ne è più uscito. Prima come maestro, dove si è fatto le ossa.
Poi, dal 1979 al 2006, come dirigente scolastico di quello che attualmente è l’Istituto comprensivo di Manerbio. Tutti ricordano le sue qualità. «Avervene di dirigenti così – ci disse qualche anno fa un suo insegnante -. E’ una di quelle persone che danno senso e lustro alla nostra scuola».
Passati gli anni, anche per Camisani è arrivato il momento di appendere le circolari al chiodo e di andare in pensione. Era giusto per la legge, ma non per il buonsenso, perché Raffaele aveva accumulato esperienza e capacità organizzative (oltre che didattiche) che sarebbe stato una follia lasciar perdere. Infatti è poi stato chiamato a dirigere la scuola paritaria di Pontevico, quindi la Tovini-Kolbe di Montichiari.
Il suo amore per la scuola era così autentico e profondo, che Raffaele Camisani ha profuso impegno, passione (e tempo) anche nell’associazione degli insegnanti, guidando quella dei mastri cattolici.
Ciao Raffaele, e grazie. Tutti in piedi per questo grande uomo della Bassa.
MTM