Egregio Direttore, si parla sempre più spesso della necessità di rivitalizzare Manerbio, valorizzandolo con iniziative culturali, sportive e di intrattenimento. Splendide prospettive se attuate, ma forse non ci si rende conto che a Manerbio da rivitalizzare sono anche gli anziani, lasciati allo sbando da decenni, senza un Centro Sociale in cui trascorrere un po’ di ore al giorno in tranquillità, socializzando
tra diversamente giovani. Sono molti anni che a Manerbio si finge di voler affrontare il problema di un nuovo Centro Aperto: si era cominciato prospettando una struttura accanto al Palatenda, poi era balenata l’idea di utilizzare il fabbricato-ristorante nel parchetto delle piscine, ed infine siamo rimasti con un esaltante Centro Sociale alla “Santella” di via Cigole. Forse non ci rendiamo conto che nel bresciano tutti i paesi hanno il loro Centro Ricreativo, anche i più piccoli! Disinteresse profondo per tutti noi anziani invisibili? Certo! Da parte di tutte le ultime Amministrazioni comunali che si sono succedute. “Se i vecchi potessero, se i giovani sapessero” dice il vecchio adagio; ebbene, perché la terza età è stata costretta a rinchiudersi in casa e a ridurre i rapporti sociali, solo perché non si è mai voluto assolutamente spendere nemmeno un euro per “far ballare quattro vecchi”, come disse qualcuno in passato? La Terza Età manerbiese ha già perso le speranze da molto tempo, anche se negli ultimi mesi l’Amministrazione eletta da circa un anno ha fatto balenare un’idea, del resto già prospettata nelle promesse elettorali, per un Centro Aperto polifunzionale da mettere in cantiere. In seguito a ciò, qualcosa si era mosso: le ACLI, ad esempio, avevano promosso uno studio su una loro ipotesi. Poi più nulla fino alla fine dello scorso anno, quando la Giunta Vittorielli ha di nuovo preso in mano la situazione comunicando che stava saggiando il terreno, raccogliendo informazioni sui Centri Sociali dei paesi limitrofi per eventualmente partire con un’organizzazione già collaudata. È passato qualche mese ed ora, secondo le ultime dichiarazioni, si starebbe cercando un “gestore unico” tra le associazioni di promozione sociale o di volontariato per far gestire la nostra “Anzianopoli”. Forse sbagliamo, ma ci sembra tanto un modo come un altro per lavarsene le mani, lasciando ad altri il cerino acceso. Sappiamo che la Giunta è animata da buone intenzioni, però non vorremmo che dopo l’entusiasmo iniziale si sia arrivati ad un periodo di stanca e di facchinaggio, nel senso di “scarica-barile”. “Illusione… dolce chimera sei tu, che fai sognare e sperare…” si cantava sessant’anni fa.
Luigi Andoni e altri pensionati