Quasi 300 firme, in sole due ore, sono state raccolte lo scorso 28 ottobre sul caso “Finchimica” durante il “Firma day”. Una buona risposta da parte di cittadini che hanno accolto l’invito, del gruppo “Conoscere e Partecipare” e del Circolo Legambiente Valle dell’Oglio, a spronare le istituzioni a fare chiarezza sul caso delle sostanze inquinanti nel sottosuolo. “Con questa firma chiediamo ai cittadini di condividere le preoccupazioni sul nuovo impianto di Finchimica e sulla contaminazione della falda” spiega Dario Selleri portavoce del gruppo “intendiamo poi promuovere un tavolo di confronto con tutti i sindaci della Bassa per valutare proposte da attuare per l’ambiente e la salute». A preoccupare cittadini e associazione è la questione della falda contaminata dall’azienda e il via libera da parte della Provincia di Brescia al nuovo impianto per la produzione del fitofarmaco AM29, ritenuto potenzialmente cancerogeno, lasciando però in sospeso la richiesta di ampliare lo stabilimento. Il circolo di Legambiente Valle dell’Oglio ha più volte espresso rammarico per la decisione della Provincia di autorizzare la produzione del nuovo fungicida. “Ci si chiede perché non sia stato attivato il principio di precauzione, strumento creato appositamente per la tutela della salute pubblica quando non si conoscono le conseguenze di specifiche sostanze” comunica il circolo di Legambiente “la situazione che si è generata, rende critico il rapporto di fiduciacon i cittadini, soprattutto per la vicinanza dell’Ospedale e dell’istituto Superiore Pascal, ad un soffio di vento dall’azienda. Il problema non è quindi confinato a Manerbio ma a tutta la pianura bresciana”. La raccolta firme è stata estesa anche ad altri Comuni come Cigole il 12 novembre e Leno a fine mese. Sul caso Finchimica è stata anche presentata una petizione al sindaco Paolo Vittorielli e al consiglio comunale. Nel documento è indicata la richiesta della costituzione di una commissione Rir (rischio incidente rilevante), di notificare alla popolazione le informazioni sulle misure di sicurezza, sulle sostanze trattate e di fornire tutti i dati relativi allo stabilimento, poiché si tratta di azienda a rischio rilevante e si chiede che il Comune si costituisca parte civile al fine di tutelare gli interessi della popolazione. In attesa di nuovi sviluppi, intanto il consenso dei cittadini a queste proposte è stato ampiamente riscontrato durante il “Firma day”. L’inquinamento della falda nei piezometri della società Finchimica era stato rilevato da Arpa nel 2021, ma i cittadini manerbiesi ne sono venuti a conoscenza, solo pochi mesi fa, a mezzo stampa. Arpa, infatti, ha rilevato valori anomali in oltre una decina di piezometri. Si tratta della presenza di sostanze come pesticidi e composti chimici, tra cui il Trifluranin, vietato dall’Unione Europea dal 2007 perchè ritenuto potenzialmente cancerogeno. Sempre gli organi di informazione avevano comunicato, lo scorso settembre, che la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo di indagine. Anni di silenzio nella cittadina della Bassa Bresciana e ora è arrivato il momento, spiega il gruppo “Conoscere e partecipare” e il circolo Legambiente Valle dell’Oglio, di informare la popolazione su quanto è accaduto e su come si intende procedere. Inoltre, come se non bastasse la situazione determinata da questa azienda che produce agrofarmaci, Manerbio, su 205 Comuni, è risultata essere la peggiore per numero di giorni di sforamento dei limiti di polveri sottili, in particolare il PM10 nell’aria. E’ quanto emerge dai dati elaborati da Arpa Lombardia che, con le sue centraline, monitora costantemente la qualità dell’aria che respiriamo. Secondo la normativa vigente sono concessi, al massimo, 35 giorni di sforamento in un anno, di polveri sottili nell’aria. Manerbio, con i suoi 83 giorni di sforamenti dei limiti concessi, guida questa triste classifica, seguita da Castenedolo (82), Offlaga (81)e Cigole (79).
Barbara Appiani