Aldo Battagliola, volontario manerbiese e fratello di Suor Paola – suora salesiana molto conosciuta che ha fondato orfanotrofi e una comunità nel sud est asiatico – è bloccato a Timor Est.
Si trova sull’isola da qualche mese per prestare servizio di volontariato presso il centro di formazione Giovanni Paolo II fondato dalla sorella.
Il suo volo di rientro in Italia, previsto per fine aprile, è stato cancellato per l’emergenza sanitaria da coronavirus.
Qualche settimana fa è arrivata la notizia di un volo Bali Milano, ma purtroppo non c’è alcuna partenza da Timor Est verso l’isola Indonesiana.
Quindi Battagliola non sa quando potrà tornare a Manerbio. La sua è la testimonianza di chi sta vivendo in prima persona il covid 19 in un luogo poverissimo di 1,3 milioni di abitanti. Il primo caso di positività al virus, sull’isola, è stato accertato lo scorso 21 marzo e la capitale Dili ha chiuso le frontiere con l’Indonesia. Il 28 marzo il governo locale ha proclamato lo stato di emergenza sanitaria. Ad inizio maggio Timor Est aveva solo 24 contagi e nessuna vittima.
“Sull’isola ci sono solo due ospedali – racconta Battagliola – e nemmeno attrezzati per affrontare un’epidemia e un’eventuale ampliamento del contagio rappresenterebbe una vera minaccia per l’intera popolazione. Il governo è stato lungimirante a bloccare l’intero paese.
E’ tutto chiuso, l’aeroporto fermo, gli abitanti in giro per il mondo non possono rientrare a casa e sono stati messi a disposizione alberghi per la quarantena dei positivi che non necessitano di ricovero in ospedale.
Io ed altri connazionali siamo in contatto con l’ambasciata italiana” spiega Battagliola “ma la situazione non si sblocca perché l’emergenza sanitaria permane anche se molto contenuta. Il mio volo è stato annullato, mi è stato rimborsato il biglietto e ad oggi non so quando potrò fare ritorno a casa”.
Il volontario manerbiese, che ogni anno nello stesso periodo trascorre qualche tempo al servizio di persone che vengono ospitate nella comunità e negli orfanotrofi fondati dalla sorella, non si dice particolarmente preoccupato della situazione che sta vivendo se non fosse per la necessità di alcuni farmaci da assumere che finiranno il prossimo mese e che non sono reperibili sull’isola. In attesa di avere notizie certe sulla tempistica della sua permanenza a Timor Est, Battagliola dedica le sue giornate alla comunità dove svolge varie attività, si occupa di lavori domestici e in particolare di cucina insegnando agli ospiti anche i piatti tipici bresciani.
“Più volte mi è stato chiesto di fermarmi definitivamente” spiega il volontario “ma preferisco tornare ogni anno e poi fare rientro a casa. Certo questa volta la situazione è ben diversa e regna l’incertezza anche se in questo momento forse è meglio stare qui”.
Intanto però il profondo filo che lega una buona fetta di Manerbio a questo lembo di terra indonesiana tiene con il fiato sospeso numerosi cittadini che grazie a Battagliola sono diventati genitori adottivi a distanza dei bambini degli orfanotrofi di Timor Est fondati da Suor Paola.
“Il sistema sanitario locale non è pronto ad affrontare un’epidemia” conclude il volontario manerbiese “se i contagi dovessero aumentare la situazione si farebbe davvero molto critica”.
Barbara Appiani