Buongiorno. Lei si è laureata nel 2016 in ingegneria dei materiali presso l’università di Trento e nel 2022 ha ottenuto un prestigioso riconoscimento vincendo l’Eni Award per la sezione “giovane ricercatrice dell’anno”. Ci può spiegare lo studio che ha presentato e che le ha conferito questo premio?
La ricerca premiata con il premio Eni Award giovane ricercatore dell’anno, sviluppata nel corso del mio dottorato di ricerca, riguarda l’incorporazione di funzionalità di accumulo di calore (TES) nei compositi polimerici. L’obiettivo è quello di produrre materiali multifunzionali che combinino proprietà meccaniche elevate con la capacità di accumulare calore e regolare la temperatura. Questi materiali, che possono essere considerati delle “batterie termiche strutturali”, sono utili in applicazioni che richiedono leggerezza, resistenza meccanica e regolazione termica, come l’automotive e l’elettronica portatile. I risultati di questa ricerca possono essere usati per migliorare la regolazione termica di dispositivi termosensibili e per migliorare la gestione di fonti di energia rinnovabile.
Lei è stata premiata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Cosa ricorda di quel giorno al Quirinale?
Sicuramente essere premiata dal Presidente della Repubblica è un grande onore e un’esperienza indimenticabile. Il giorno in cui sono stata premiata al Quirinale è stato un momento di grande emozione per me. La bellezza del luogo, la solennità dell’occasione e l’onore di essere riconosciuta per il mio lavoro mi hanno lasciata senza parole. Ero molto emozionata all’idea di incontrare il Presidente Mattarella, ma non appena il Presidente è entrato nella sala, il suo sorriso accogliente ha subito mitigato la tensione. E’ stato molto stimolante anche conoscere di persona i vincitori e le vincitrici delle altre categorie del Premio ENI, che erano ricercatori e professori affermati nei loro ambiti, ma anche giovani innovatori e innovatrici focalizzati/e su tematiche dell’energia.
Ci racconta come è stato il suo percorso di studio e perchè ha scelto la facoltà di ingegneria?
Ho frequentato il liceo scientifico B. Pascal a Manerbio, e dopo la maturità cercavo un percorso di studi universitari che mi desse la possibilità di studiare le materie scientifiche in modo “trasversale” (non a compartimenti stagni, ma in modo interdisciplinare) e “applicato” (non puramente teorico ma orientato a risolvere problemi industriali concreti). Quindi mi sono iscritta alla laurea triennale in Ingegneria Meccanica e dei Materiali all’Università degli Studi di Brescia, che ho concluso nel settembre 2014, e subito dopo ho iniziato la laurea magistrale in Ingegneria dei Materiali all’Università degli Studi di Trento, che ho concluso nell’ottobre 2016. Le mie aspettative sono state soddisfatte, perché l’ingegneria dei materiali è davvero un campo di studio interdisciplinare: per studiare i materiali servono, tra le altre, competenze di meccanica dei solidi, chimica e fisica. Durante le attività di tesi triennale e magistrale ho conosciuto professori e ricercatori davvero competenti e preparati, che mi hanno trasmesso l’entusiasmo per il loro lavoro e mi hanno fatto capire cosa voglia dire far ricerca in ambito scientifico. Così, dopo la laurea, ho deciso di continuare il mio percorso con un dottorato di ricerca, che ho intrapreso presso la stessa Università di Trento, nel Dipartimento di Ingegneria Industriale. Ho concluso il dottorato nel giugno 2020 e ho proseguito la ricerca prima grazie al premio L’Oréal-UNESCO Per Le Donne e La Scienza, e poi con una borsa post-dottorato. Attualmente sono ricercatrice a tempo determinato presso lo stesso dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento.
Lei è una ricercatrice. Su cosa verte lo studio o gli studi che sta effettuando ora?
La mia attuale ricerca si sviluppa su tre filoni, tutti incentrati sul rapporto tra materiali polimerici e sostenibilità. Sto innanzitutto portando avanti la stessa linea di ricerca premiata con il premio ENI, ovvero lo sviluppo di compositi multifunzionali che combinino buone proprietà meccaniche con la capacità di accumulo e rilascio di calore. Il secondo filone riguarda la produzione caratterizzazione di materiali a base di una nuova classe molto promettente di bioplastiche ovvero i poliesteri furanoati, e il terzo filone si concentra sullo sviluppo di materiali compositi termoplastici riciclabili e a basso impatto ambientale.
Progetti per il futuro?
I miei progetti per il futuro sono continuare la mia carriera nella ricerca, se sarà possibile, concentrandomi sullo studio delle materie plastiche e dei materiali compositi innovativi e a basso impatto ambientale.
Che consiglia ai giovani che vogliono seguire la sua strada?
Di mettersi delle buone scarpe perché il sentiero è impervio, ma pieno di soddisfazioni! Io stessa non sono ancora “arrivata”: di strada davanti a me ce n’è ancora tanta, tante cose da imparare e tanta ricerca da fare. Però, se si è appassionati/e, la ricerca nell’ambito dei nuovi materiali è estremamente interdisciplinare e stimolante, e abbiamo sicuramente bisogno di giovani che perseguano questa strada!
Barbara Appiani