Lei ha 32 anni ed è una giovane ricercatrice e sta per presentare la tesi per il dottorato di ricerca presso l’Università degli Studi di Brescia. Ci vuole raccontare il suo percorso di studi e perché ha scelto questa strada?
Ho frequentato il Liceo Scientifico Niccolò Copernico di Brescia, ho sempre avuto una predilezione per le materie scientifiche. Per la verità mi piaceva molto storia dell’arte, e finito il Liceo mi sono iscritta ad un corso di laurea in Tecnologie per la conservazione e il restauro, all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Finita la triennale ho però riflettuto sui futuri sbocchi lavorativi e sulla scarsa versatilità della mia figura professionale. Ho quindi scelto di iscrivermi al corso magistrale in Chimica e Tecnologie Sostenibili, sempre presso l’Università Ca’ Foscaridi Venezia. Nel 2016 mi sono quindi laureata. Tre mesi dopo ho iniziato il mio primo lavoro nel settore e poi un secondo impiego. Dopo circa un anno e mezzo, ho iniziato attività di ricerca in corso ed è ricominciato così il mio percorso universitario: nel 2019 ho partecipato al concorso pubblico per l’assegnazione della borsa di dottorato, vincendo il posto, cofinanziato da un progetto europeo. La mia ricerca degli ultimi anni ha riguardato il recupero di fosforo, elemento critico in esaurimento per l’Unione Europea, ed essenziale per la crescita delle colture e degli esseri viventi (viene attualmente estratto da rocce millenarie per la produzione di fertilizzanti) dalle ceneri di biomassa. Il 10 maggio discuterò la mia tesi di dottorato.
Il suo amore per lo studio e la cultura l’ha portata a diventare vicepresidente dell’Associazione Chirone. Ci racconta brevemente la storia di questa associazione e qual è la “mission”?
L’Associazione Chirone è nata nel 2010 per volontà di alcuni giovanissimi under20. Ha promosso mostre, iniziative musicali e incontri di divulgazione scientifica con docenti universitari. Dopo l’avvento della pandemia l’Associazione ha rivisto profondamente la propria mission e la propria governance, dotandosi di un nuovo direttivo, questa volta un po’ più maturo, composto da sette ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 26 e i 30 anni. Attualmente, oltre al Presidente, Fabrizio Bosio, il direttivo è composto equamente dal 50% di donne e dal 50% di uomini. L’Associazione oggi si occupa esclusivamente di divulgazione scientifica a tutti i livelli, dalla scuola primaria alla scuola secondaria, passando attraverso iniziative rivolte alla cittadinanza.
Le attività si svolgono grazie alla supervisione del Direttore Scientifico che ha maturato una pluriennale esperienza nel campo della divulgazione collaborando, tra gli altri, con il Festivaletteratura di Mantova.Per lo svolgimento delle proprie attività l’Associazione si avvale, a titolo di collaborazione, di persone laureate o laureande in materie STEM, che vengono opportunamente formate per l’attività e regolarmente retribuite.
Chirone è una associazione di promozione sociale (APS)regolarmente registrata presso il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).
Ci può spiegare in cosa consiste il progetto che l’associazione sta portando avanti e che rientra nell’ambito dell’educazione ambientale?
Nell’agosto dello scorso anno siamo risultati tra gli aggiudicatari di un bando regionale per progetto sul tema dell’educazione ambientale, posizionandoci nelle primissime posizioni della graduatoria. L’iniziativa, che si chiama “Pascoli urbani per api” vuole promuovere una maggior consapevolezza dei pericoli che minacciano le api e dell’importanza di questi insetti per gli equilibri ambientali ed economici. I pascoli sono aree seminate con piante dalla lunga fioritura che sostengono la popolazione di questi animali e contribuiscono alla biodiversità. Con questo progetto, anche grazie al contributo di Regione Lombardia, abbiamo potuto realizzare quasi 100 ore di educazione ambientale nelle classi di Manerbio e Offlaga, costruendo due veri e propri pascoli urbani per api nei rispettivi comuni. Il tutto grazie al finanziamento ottenuto da Chirone da parte di regione Lombardia.
L’associazione Chirone si propone di diffondere e valorizzare la cultura e il sapere scientifico e per questo avete avviato un progetto con le scuole elementari e medie. Di cosa si tratta?
Su una proposta promossa dall’Università degli Studi di Brescia, Chirone ha sviluppato il progetto IPAZIA (Inclusione di genere e Pari opportunità nell’Apprendimento: la scienZaraccontata alla scuola primarIa e secondariA), dedicato a promuovere l’inclusività della scienza nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Attraverso questa iniziativa stiamo portando nelle classi la consapevolezza che le discipline STEM (dall’inglese science, technology, engineeringand mathematics) siano davvero per tutte e per tutti. Siamo ora alla seconda edizione del progetto, che nel 2022 ha visto, da parte di Chirone, il coinvolgimento di 2.600 bambini/e e ragazzi/e e 100 docenti in più di 100 classi.
Le attività del progetto sono previste in orario scolastico nelle scuole della città e della provincia di Brescia, grazie ad operatori e operatrici opportunamente formati che raccontano attraverso incontri laboratoriali e interattivi le vite di alcuni personaggi che hanno fatto la storia con scoperte scientifiche innovative e dirompenti.
Ci sono altri progetti in cantiere da parte dell’associazione Chirone?
Proprio in questi giorni stiamo concludendo all’IC di Flero un progetto sulla robotica, i droni e la stampa 3D. Abbiamo partecipato ad un bando per la promozione della lettura scientifica ed uno per la promozione della prevenzione del tumore al seno, di cui attendiamo l’esito. Stiamo lavorando ad un nuovo progetto sull’educazione ambientale e alla seconda edizione di Scienza in Paese, la nostra rassegnaitinerante di divulgazione scientifica per adulti.
Proseguirà la carriera universitaria? Cosa consiglia ai giovani che devono scegliere la facoltà universitaria?
Il dottorato di ricerca è in Italia una borsa di studio che inquadra chi ne usufruisce ancora come studente. Si accede comunque solo dopo aver conseguito una laurea magistrale, e all’interno dell’accademia è considerato un lavoro a tutti gli effetti che punta molto sull’autonomia di gestione e organizzazione del/della dottorando/a, fornendo diverse opportunità di formazione e confronto, sia nel paese d’origine che all’estero. Diversamente, in altri paesi esteri, il dottorato di ricerca è considerato un lavoro a tutti gli effetti, con obblighi, ma anche tutele, che ne derivano. Per scelte personali e principalmente per un’autonomia finanziaria, ho scelto di uscire dall’università, nonostante abbia apprezzato e molto amato quello che ho fatto durante i miei anni accademici di studio e lavoro. Lavoro da qualche mese in un centro di ricerca privato, con un contratto da lavoro dipendente. Non sconsiglio assolutamente la carriera universitaria. Bisogna altresì essere consapevoli che è molto selettiva e le posizioni sono poche, essendo un sistema pubblico a cui si accede solo tramite concorso. Consiglio ai giovani studenti universitari di proseguire nei loro studi e di valutare anche la possibilità di un dottorato di ricerca. Fare ricerca è una cosa bellissima, e come tutte le cose belle, merita impegno e dedizione.
Barbara Appiani