Il Circolo Acli di Manerbio è molto attivo su diversi fronti. Il fulcro delle attività però si concentra sull’integrazione e la collaborazione tra le numerose realtà associative presenti sul territorio. Ce ne parla?

Il Circolo ACLI di Manerbio, da tempo, è orientato a guardare alla società civile e non già al solo mondo ristretto della base associativa. Nello spirito del dialogo sociale, infatti, abbiamo avviato collaborazioni con associazioni del nostro territorio partendo dall’esperienza del “Banco di San Martino 41” progetto avviato 5 anni fa e che ha visto la partecipazione in partenariato, oltre che del nostro Circolo ACLI, del Comune di Manerbio, della Caritas Parrocchiale, delle associazioni TILT, Gocce di Solidarietà e Mamma Africa.  Una esperienza che ci ha permesso di sperimentare una collaborazione concreta su un tema sociale molto importante quale la “lotta allo scarto”. In questi anni abbiamo maturato la consapevolezza che, con la riforma del Codice del Terzo Settore che prevede la iscrizione al Registro Unico Nazionale per le associazioni di promozione sociale e di volontariato si imponeva di ripensare l’attività associativa secondo nuove modalità organizzative più solide e strutturate. Ci siamo quindi adeguati alle nuove norme mettendoci anche a disposizione di altre associazioni che hanno seguito il nostro percorso. Così sono nate la PRO LOCO MANERBIO aps e l’ASSOCIAZIONE VOLONTARI DEL VERDE SANTA LUCIA odv che rappresentano due realtà associative ormai consolidate nel nostro territorio iscritte al RUNTS. Ma, proprio grazie alla esperienza acquisita dai nostri volontari, ci siamo messi a disposizione anche di altre associazioni impegnate nelle procedure di iscrizione al RUNTS e, tra queste,  l’Associazione NUCLEO VOLONTARI ANC MANERBIO – espressione dell’Associazione Nazionale Carabinieri – e la LUM Libera Università di Manerbio. In ogni caso l’apporto del nostro Circolo è stato disinteressato e di “servizio” con l’intento di contribuire a consolidare una presenza di associazioni strutturate che vivessero di volontariato per la promozione sociale. 

Lo spirito ACLISTA che noi portiamo avanti è proprio quello di abbattere gli steccati che spesso si frappongono fra le diverse associazioni per individuare insieme le strade da percorrere per offrire spazi di partecipazione e di cittadinanza attiva a tutti senza discriminazione alcuna. 

Che ruolo svolge l’amministrazione comunale nella organizzazione del volontariato e nel sostegno all’associazionismo?

Ritengo che a livello locale, nel nostro Comune, si rendono fondamentali due strumenti specifici di regolamentazione del volontariato e del mondo del Terzo Settore. Peraltro si tratta di strumenti già previsti dallo Statuto comunale all’art. 7 che recita: il “registro dei volontari” e il “Forum delle associazioni” con la istituzione dell’Albo Ufficiale. Senza questi strumenti regolatori si rischia infatti di disperdere potenzialità e risorse umane preziose. Sotto questo profilo, nonostante questi obiettivi siano contenuti anche nelle linee programmatiche del Sindaco, a distanza di un anno dall’insediamento della nuova Amministrazione Comunale, non c’è ancora una concreta traduzione regolamentare. La mancanza di questi strumenti regolatori, a mio avviso, non permette al Comune di sviluppare puntualmente azioni di programmazione razionale delle attività del mondo associativo ma anche di sollecitare la partecipazione dei singoli cittadini all’attività sociale e civica attraverso il volontariato che non può essere lasciata ad un livello episodico né tanto meno improvvisato. Credo che il mondo associativo rappresenti quel “corpo intermedio” fondamentale nella vita democratica che va favorito in ogni modo per sviluppare la partecipazione attiva dei cittadini alla vita della comunità. Per questo appare fondamentale poter contare su un mondo associativo al fianco e non in alternativa all’Amministrazione Comunale e viceversa. 

Avete avviato anche un progetto rivolto alle associazioni straniere?

Costituito su iniziativa del Circolo ACLI di Manerbio insieme ad una dozzina di associazioni di volontariato è attivo l’”Osservatorio per l’integrazione e la cittadinanza attiva” si propone di promuovere e sostenere interventi volti all’integrazione dei migranti, con particolare riferimento all’inserimento scolastico e socio-lavorativo delle categorie vulnerabili. Questi obiettivi si possono raggiungere grazie alla integrazione dell’attività di diversi soggetti pubblici e privati e in particolare del mondo del Terzo Settore. Ciascuno di questi attori dello sviluppo può contribuire a costruire una rete attiva e solidale in grado di generare rapporti virtuosi per la integrazione delle diverse realtà all’interno della nostra comunità. Nello spirito della inclusione e della cittadinanza attiva abbiamo riunito il mondo associativo di stranieri che a Manerbio rappresentano il 15% della popolazione e, in particolare, l’ASSOCIAZIONE FAIZIN E MADINA, CHOROUK aps e l’ASSOCIAZIONE LAVORATORI IMMIGRATI SENEGALESI e gruppi di immigrati indiani e Ucraini non ancora strutturati in associazione. Abbiamo realizzato con il loro contributo una “indagine conoscitiva” su un campione di immigrati i cui risultati hanno permesso di formulare alcune proposte concrete. Siamo convinti che l’integrazione passa attraverso la conoscenza della lingua e dei diritti e doveri di ogni cittadino ed è per questo che abbiamo tradotto e distribuito la “Costituzione Italiana” in inglese, francese, arabo, indiano, ucraino e analogamente abbiamo tradotto e distribuito la “Carta Comunale dei Servizi Socio Assistenziali”. Inoltre abbiamo raccolto la disponibilità di queste associazioni a costituire con propri volontari nella veste di mediatori culturali e linguistici uno “Sportello Stranieri” da allocare presso la sede comunale. Questa disponibilità manifestata da alcuni mesi dalle associazioni di stranieri per una concreta collaborazione con l’Amministrazione Comunale è molto preziosa e sarebbe davvero un peccato non dare corso al progetto accampando questioni burocratiche….

“Il respiro della terra”, di cosa si tratta?

L’esperienza di rete associativa maturata con il progetto “Banco di San Martino, 41” si è riproposta anche con il Progetto “Il respiro della terra” finanziato con un contributo di 10.000 € dalla Fondazione Comunità Bresciana e che, con il coordinamento di ASSOVERDE SANTA LUCIA odv, vede impegnate altre associazioni come il nostro CIRCOLO ACLI MANERBIO, la PRO LOCO MANERBIO, l’ente di formazione IRIAPA, la polisportiva UISP ed altre organizzazioni ed enti del territorio dei 20 comuni dell’Ambito 9 su cui interviene il progetto. Questa iniziativa si propone di promuovere e diffondere la cultura ambientalista mediante l’organizzazione di eventi, la realizzazione di una banca dati di buone prassi, la formazione degli operatori pubblici e del mondo scolastico, lo sviluppo di orti sociali e scolastici, la promozione della giornata dell’albero in collaborazione con gli istituti scolastici. Mi piace ricordare l’attività di tanti volontari che organizzano e gestiscono con impegno e dedizione le varie iniziative mettendosi a disposizione per lo svolgimento dei lavori, anche i più umili, ma tutti importanti, per la buona riuscita dei progetti.

Da anni ormai si parla della futura destinazione d’uso dell’ex bocciodromo. Il Circolo Acli, insieme ad altre realtà associative, ha proposto la trasformazione di questi spazi in un centro polifunzionale. Ci racconta come si è evoluta, in questi mesi, la vicenda di questa struttura inutilizzata da tempo?

Nel settembre dell’anno scorso il Circolo ACLI di Manerbio insieme alla Polisportiva UISP, alla PRO LOCOLO MANERBIO aps e all’Associazione ASSOVERDE SANTA LUCIA odv ha presentato alla Fondazione Comunità Bresciana un progetto denominato “MANERBIO POLIS” che l’ha approvato con cedendo un contributo di 10.000 € per ilriuso di un immobile dismesso da anni e già sede del bocciodromo. Gli obiettivi prefissati riguardano: il recupero ad una funzione sociale dell’immobile comunale dismesso e inutilizzato, il coinvolgimento del mondo del volontariato in una prospettiva di partenariato attivo per la gestione delle azioni ed interventi tesi alla socializzazione delle persone sole; la sperimentazione di una gestione condivisa di un programma di sviluppo socio culturale e formativo; la sperimentazione di una co–progettazione e co-programmazione di un servizio pubblico da realizzarsi in collaborazione fra enti del terzo settore e comune di Manerbio. Ma tra gli obiettivi annoveriamo anche la promozione del volontariato attivo da impegnare su azioni concrete; l’avvio di azioni ed interventi innovativi per la gestione del tempo libero e della formazione permanente e continua; la rivitalizzare il territorio con un programma culturale e ricreativo rivolto a tutti i cittadini; la sperimentazione di un modello di partecipazione condiviso fra utenti ed ente gestore. Nel frattempo si sono aggiunte al partenariato le tre associazioni di stranieri e si sono predisposti programmi per la sistemazione degli spazi verdi, per la realizzazione di corsi di formazione nelle diverse attività quali: la fotografia, la sartoria, il giardinaggio, il teatro con il coinvolgimento di associazioni e dei gruppi di volontari interessati. Questo è quanto fatto fino ad ora. Oggi l’Amministrazione Comunale, nonostante incontri e sopralluoghi ha tergiversato tutti questi mesi e siamo arrivati solo al 2 di aprile con l’adozione di una delibera della Giunta Comunale che fissa le “linee strategiche da seguire per la realizzazione dell’intervento” prospettando un percorso di co-progettazione e co-programmazione previsto con gli Enti di cui al Codice del Terzo Settore. Ne sono seguite due assemblee popolari indette dal Comune e aperte alla partecipazione di associazioni, comitati e cittadini nell’ambito delle quali ci aspettavamo qualche indicazione concreta circa la reale volontà dell’Amministrazione comunale, ma sinceramente abbiamo assistito ad una rappresentazione burocratica ed evanescente della volontà politica in merito.

Se si analizza il progetto scorrendo gli obiettivi si scopre che non si tratta di un percorso intangibile, anzi si intende sperimentare la partecipazione inter-associativa definendo strumenti organizzativi specifici – commissione paritetica col comune, tavolo di partenariato, comitato di gestione, assemblea dei fruitori. Spiace che non si sia voluto e non si voglia, almeno fino ad ora, cogliere la portata positiva e aperta di questa proposta. Come mondo associativo organizzato. Non rimane che attendere utili indicazioni operative da parte dell’Amministrazione comunale che, ci auguriamo, non si lasci risucchiare dal vortice burocratico a scapito della prospettiva partecipativa del volontariato. Disperdere questo patrimonio e questo impegno civico sarebbe un danno enorme per la comunità che si aspetta da anni interventi concreti e stabili in questo settore.

Barbara Appiani