E’ sicuramente l’argomento principale di questa estate monteclarense, la questione depuratore del Garda che più correttamente definirei della “Bassa” considerando le ultime decisioni intraprese dagli Enti preposti e non per ultimo il Prefetto in veste di commissario incaricato.
Come cittadino ed ex consigliere comunale da più parti mi è stato chiesto quale fosse il parere in merito e quale fosse la mia visione sull’impatto che un’opera di tale dimensioni avrebbe sul nostro territorio già pesantemente violentato per questioni che tutti sappiamo.
Negli ultimi mesi da più parti politiche abbiamo assistito a prese di posizione, favorevoli e non alla soluzione tecnica Gavardo-Montichiari, giustificazioni tecniche o semplicemente pareri dettati da appartenenze a gruppi politici di questo o quel colore.
La politica non ha saputo, ancora una volta, valutare e prendere decisioni a tutela di un territorio che negli ultimi anni ha sofferto anteponendo interessi economici al territorio, alla salute e all’ambiente in cui viviamo.
La politica al servizio del cittadino non si valuta solo per contributi o sostegni economici elargiti alle varie categorie che compongono la nostra società contemporanea o in grado di produrre grandi opere per migliorarne i servizi, la politica ha il dovere di tutelare in primis chi oggi vive sul proprio territorio garantendone le condizioni migliori di vita per sé stessi e per le generazioni future.
Non essendo un tecnico non mi ergerò a professore ed esperto come tanti hanno fatto in questi mesi, dal semplice cittadino al politico di “paese” che come in ogni puntuale vicenda estrae dal cilindro soluzioni a tutela del proprio consenso ed il proprio elettorato.
La politica, quella che conta, non è stata in grado di affrontare un problema che da anni affligge il nostro amato Lago di Garda; si rimpallano le decisioni tra Enti e comitati tecnici solo per la necessità di non dover “metterci la faccia” e molto spesso tradire quei cittadini che con il loro voto hanno affidato a questo o quel politico decisioni che influiranno su lavoro e salute nei prossimi anni.
Quanto si parla di green economy, di sostenibilità, parole che riempiono fogli e fogli di programmi elettorali, puntualmente disilluse al primo vero problema del territorio in cui ognuno all’improvviso delimita il proprio raggio d’azione, rinnega scelte se pur accettandole per un ipotetico motivo tecnico o altro.
Permettetemi un plauso a quei comitati che con forza difendono ciò che andrebbe difeso da altri, credono e danno soluzioni concrete sostenibili dal punto di vista tecnico ed ambientale, cercano il dialogo e non oppongono il loro pensiero a chissà quali fini elettorali o tanto meno di gloria personale.
Sono sincero, dal primo momento che è stato ipotizzato questo intervento di ampliamento sul nostro depuratore per raccogliere reflui dal lago di Garda, ho avuto ben chiaro che la decisione era già stata presa e che i successivi passaggi tecnici, le varie conferenze di servizi tra enti non sarebbero stato altro che specchietti per allodole che il nostro sistema burocratico mette in atto ogni qual volta si debba prendere una decisione scomoda per un territorio.
I territori dovrebbero riprendere quell’autonomia civica che nulla deve e nulla scambia garantendo la libertà di scelta e progettazione su ogni qualsivoglia opera strutturale che ne possa alterare le condizioni ambientali e di conseguenza la vita dei cittadini.
Giovanni Mazzei