Anche quest’anno, pur in clima di pandemia, all’interno dell’Istituto Don Milani si è articolato un progetto di sportello di ascolto, rivolto agli alunni, ai docenti e ai genitori.
Lo spazio di ascolto è stato gestito in continuità da tre figure di psicologhe: dott.ssa Valentina Albano, dott.ssa Anna Trivella e dott.ssa Michela Volpe.
Il servizio di sportello è originariamente pensato per affiancare i ragazzi e le ragazze nel comprendere le difficoltà e ragionare sulle prime strategie per gestirle. Per loro è uno spazio di confronto per elaborare i vissuti e organizzare le idee. Si presentano ai colloqui in un momento di crescita importante: chiedono supporto su questioni complicate e, al tempo stesso, ci chiedono di essere riconosciuti nelle capacità che piano piano si stanno conquistando nella vita. Ogni ragazzo e ogni ragazza ha dei punti luce, delle risorse personali da scoprire e su cui puntare. Dimostrano maturità già nel riconoscere un problema e nel saper chiedere aiuto alle figure professionali messe a disposizione dalla scuola.
Quest’anno scolastico, come per lo scorso anno, è stato particolarmente critico per gli adolescenti: l’emergenza sanitaria non ci ha lasciato con l’estate 2020 ed è purtroppo proseguita durante tutto l’anno scolastico. Per questa ragione sono state attivate necessarie procedure sanitarie di contenimento del contagio, che hanno comportato tuttavia un impatto dal punto di vista psicologico negli studenti. Il Ministero dell’Istruzione, per arginare questa criticità, ha stanziato fondi extra per le ore degli sportelli di ascolto psicologico negli Istituti Scolastici. L’IIS Don Milani quindi ha potuto ampliare il servizio di sportello, già presente negli scorsi anni scolastici.
Gli studenti hanno iniziato l’anno scolastico con i Dispositivi di Protezione Individuale e le Procedure di distanziamento che tutti abbiamo imparato ad usare, dopo un’assenza dalle aule scolastiche da febbraio 2020. Da settembre ad ottobre le lezioni sono state presentate in alternanza: una settimana in presenza a scuola e una in Didattica Digitale a casa.
A novembre (prima in provincia di Brescia e poi in tutta la Lombardia) sono state chiuse le scuole secondarie di secondo grado e le lezioni sono state trasferite tutte in Didattica Digitale Integrata. A febbraio si è tornati all’alternanza delle settimane, a marzo e metà aprile di nuovo in Didattica Digitale, da metà aprile al termine dell’anno in alternanza.
Queste continue modifiche e incertezze – per alcuni ragazzi in particolare- hanno comportato una importante fatica nell’adattamento e riadattamento.
Nei periodi di lockdown, inoltre, molti ragazzi hanno fatto fatica mantenere la concentrazione durante le lezioni on line. Alcuni hanno reagito con un iperstudio e un aumento dell’ansia da prestazione, altri hanno ridotto l’impegno scolastico e – in alcuni casi- hanno rischiato l’abbandono delle materie e della scuola.
Durante tutto l’anno non è stato possibile per i ragazzi frequentare le attività extrascolastiche (sport, musica, oratorio, scout, …) e le uscite con i coetanei sono state possibili solo in concomitanza con le parziali aperture delle scuole. La riduzione delle esperienze di vita –per alcuni studenti – ha comportato un abbassamento del tono dell’umore, dell’autostima e delle capacità di socializzazione. Per tutti gli studenti è stato importante accogliere la sofferenza e trasmettere il messaggio che – purtroppo – non erano gli unici a viverla, così che non si sentissero “soli, strani o in colpa” in questo malessere. Per i ragazzi che hanno vissuto alla carenza di concentrazione nelle lezioni on line con iperstudio e ansia da prestazione, è stato importante ridimensionare le aspettative ad una performance realistica, oltre che organizzare i pomeriggi inserendo pause dallo studio per riposarsi e ricaricarsi.
Per gli studenti che – per sconforto e calo dell’autostima- hanno ridotto l’impegno scolastico è stato importante riprendere il focus sulle proprie risorse personali e di rete sociale (i.e. sportelli di recupero scolastici, ripetizioni, gruppi studio tra pari, risorse didattiche on line, …). Per molti studenti è stato importante riconsiderare le azioni salutari che era possibile mettere in campo a seconda del periodo e del colore della regione. Nel lockdown, per esempio, è stata posta l’attenzione sull’uso adeguato della socializzazione on line come le videochiamate o i gruppi-gioco, inoltre sono stati valorizzati i momenti di svago tra cui: l’ascolto della musica, la lettura di libri e graphic novel, l’attività fisica come le passeggiate o gli esercizi attuabili anche a casa. In molte circostanze è stato utile lavorare in rete con genitori e insegnanti nel supporto e nell’accompagnamento delle difficoltà. In qualche circostanza è stato necessario un invio ai professionisti territoriali per una presa in carico più lunga. Per tutti gli studenti è stato importante valorizzare le risorse che hanno acquisito – con grande fatica – nell’anno e mezzo di pandemia per far fronte a tutte queste criticità. Quest’anno lo sportello di ascolto è stato utilizzato da circa 100 ragazzi come spazio privato di comunicazione; ma è stato anche uno spazio di consultazione per la famiglia, per favorire una nuova comunicazione e nuove strategie di intervento. In particolare per i genitori è stato dedicato un momento di formazione e di riflessione con i genitori riguardo all’impatto sugli adolescenti e sugli adulti vicini ai ragazzi del clima della pandemia. Nella seconda parte dell’anno, in alcune situazioni, sono stati richiesti dal coordinatore o da altri docenti degli incontri con l’intera classe per accogliere i vissuti degli studenti legati a questo difficile anno scolastico. Il malessere degli studenti in alcuni casi ha avuto delle ripercussioni in termini di impegno e apprendimento e i docenti hanno cercato di dare un supporto attraverso questi interventi o indirizzando singoli studenti allo sportello di ascolto.
In prospettiva, con il rientro a scuola a Settembre, come operatori ci aspettiamo una fase non semplice di riadattamento agli spazi, ai ritmi e agli impegni scolastici; per tutti gli attori coinvolti.
Elementi di criticità che richiederanno una spazio di rielaborazione e di sostegno.
Dott.ssa Anna Trivella