Belli e impossibili.
No, non sono i protagonisti delle canzoni di Gianna Nannini, ma i «sanpietrini», che, per l’appunto, sono belli da vedere, un po’ meno… da tenere.
Si veda, ad esempio, due strade di Montichiari, via Martiri della Libertà e via Trieste, per le quali sono previsti interventi prima di tamponamento, poi decisamente più radicali.
Già, i sanpietrini: una tipologia di pavé, praticamente blocchetti di leucitite utilizzati per realizzare il lastricato stradale.
In verità, il sanpietrino vero e proprio è utilizzato soprattutto nell’Italia centrale; in quella settentrionale, infatti, si usa la variante in porfido, comunemente chiamata bolognino, in quanto usata anticamente per la pavimentazione delle strade di Bologna.
Una curiosità: il termine sanpietrino nasce nel 1725, quando, dopo aver preso atto delle pessime condizioni in cui versava Piazza San Pietro a Roma (un giorno la carrozza, con dentro il Papa, si era quasi ribaltata…), monsignor Ludovico Segardi, prefetto economico della Fabbrica di San Pietro, decise di lastricare la piazza con i caratteristici cubetti di leucitite, una roccia eruttiva, tipica delle zone vulcaniche laziali.
In senso stretto, il termine sampietrino corrisponde a un preciso taglio delle dimensioni inferiori a quelle del quadruccio.
La caratteristica di questo tipo di pavimentazione è di non essere cementata, ma solo posata e poi battuta su un letto di sabbia: questo le conferisce elasticità e capacità di coesione e adattamento al fondo stradale.
Ha anche il pregio di lasciar respirare il terreno grazie agli spazi tra una piastrella e l’altra; inoltre si può adattare molto facilmente all’irregolarità del terreno ed è molto resistente.
A fronte di tutte queste caratteristiche positive, i sampietrini ne hanno, però, una che fa dannare gli amministratori: col tempo, e soprattutto col passare dei veicoli, si muovono un po’, rendendo il fondo stradale un po’ sconnesso.
E’ quanto accaduto alle succitate vie di Montichiari, che ora devono essere nuovamente sistemate. Su via Martiri, un intervento di sistemazione era già stato fatto qualche anno fa.
Il fondo, però, è durato qualche anno; infatti ora siam daccapo.
Ecco allora la decisione del sindaco Marco Togni, che per il momento farà un intervento d’urgenza, ma che, per il futuro, proprio per evitare che il problema si ripresenti, sta pensando a un’asfaltatura con asfalto stampato, che ricorda i sanpietrini.
Non sarà una cosa veloce, perché il progetto deve essere sottoposto, e deve ricevere l’ok, della Soprintendenza.
Lo diciamo sottovoce, così che il sindaco non ci senta: speriamo che la Soprintendenza impieghi un bel o’ a decidere, così che tutto rimanga come è adesso.
Togni a ragione a voler risolvere una volta per tutte il problema.
Ma noi siamo sentimentali, e, per quanto impossibili, i sanpietrini ci piacciono. Anche se si muovono un po’.
MTM