Presidente Baldo come è stato il 2020 per l’Avis Manerbio?
Un anno di certo molto particolare.
La pandemia ha portato a dover rivedere molti aspetti della gestione tradizionale, a dover essere sul pezzo in modo diverso da quello che sino a poco prima è stata la nostra quotidianità, come per tutti.
Cambiamenti necessari come una riorganizzazione interna e un approccio immediato, veloce, senza dei veri orari “di apertura” perché seppur la sede di via Palestro 49 fosse chiusa al pubblico i nostri cellulari, le nostre mail, i nostri canali social erano sempre attivi. Gli avisini e le avisine sono stati semplicemente straordinari.
Le donazioni hanno subito forti rallentamenti a causa della pandemia?
Al contrario, hanno mantenuto il ritmo tradizionale. I donatori e le donatrici chiedevano se fosse sicuro recarsi in ospedale data la pandemia.
In sinergia con la struttura ospedaliera abbiamo accordato quali azioni fossero necessarie per salvaguardare i nostri volontari e la risposta degli avisini e delle avisine è stata “Se possiamo donare in sicurezza noi ci siamo!”.
Questo ci ha fatti sentire abbracciati di un affetto che ha aiutato molto quando anche noi abbiamo dovuto fare i conti con il cuore spaccato da perdite importanti nelle nostre famiglie, tra gli amici, ma soprattutto in casa Avis.
La nostra sezione ha il privilegio di poter dire “sì, siamo davvero una squadra”.
Quanti sono i donatori attuali? Quali sono le tecniche per avvicinare i giovani a questa importante realtà?
Al 31 dicembre 2020 nella nostra sezione erano attivi 653 volontari e volontarie del sangue. Agli effettivi si aggiungono tutte quelle persone che rendono possibile tutta questa impresa e sono i collaboratori che curano l’iter dal reclutamento sino ad arrivare alla lunga strada della donazione. Poi ci sono gli amici che in nome di Avis corrono in aiuto per aiutarci nell’organizzazione di eventi, iniziative, per riorganizzare l’archivio, per curare la sede. Anche se parliamo di donatori e di donatrici, ciascuna persona si adoperi per Avis è fondamentale. Il periodo Covid ci ha messo davanti a un aspetto molto pratico rispetto alla ricerca di giovani donatori. Stiamo rivendendo molto il come rispondere a loro con un linguaggio diverso, veloce, intuitivo. E i giovani corrono su questo aspetto.
L’utilizzo dei social ci ha facilitato la vita in periodo Covid ma ci ha altresì permesso di capire che era necessario un rinnovamento. Anche al modo di porci sulla piazza pubblica. E lo vedrete, pandemia permettendo, nei prossimi mesi.
Da poco è stata rieletta per il secondo mandato a conferma che il suo operato ha dato buoni frutti. Gli ultimi anni hanno visto grandi cambiamenti nella sezione manerbiese, quali?
In realtà è stata rieletta una squadra che dal febbraio 2017 al dicembre 2021 ha davvero dato il meglio di sé. Non esiste individualismo ma il concetto di “famiglia” in senso ampio. Non è stato facile il cambiamento, ma quando mai un cambiamento lo è?
La nostra squadra è però maturata, anche grazie a nuovi ingressi nel precedente mandato e in quello attuale.
Se all’inizio (2017) il cambio ai vertici, passando da un team prevalentemente maschile a un team misto, non è statio una passeggiata, in corso d’opera è poi prevalso il senso di servizio alla comunità. L’evoluzione non è stata solo a livello gestionale ma soprattutto nel rapporto tra noi. Ci fidiamo l’uno dell’altro. L’Avis vuole tornare piano piano ad essere parte del tessuto sociale e non essere ricordata solo quando serve.
Lo scorso anno, causa covid, il trofeo ciclistico organizzato da Avis e Aido Manerbio è stato annullato.
È una iniziativa in programma per quest’anno? Quale è il valore di questo evento?
Dopo il trofeo ciclistico in occasione del 2018 per il 50esimo anno della fondazione della nostra associazione ci siamo promessi che l’avremmo rimesso in campo ad anni alternati. Nel 2019 è rinata Aido Manerbio nostra affezionatissima realtà, viviamo sotto lo stesso tetto, camminiamo nella stessa direzione. L’occasione per promuovere la vita di una diventa l’occasione per promuovere la vita dell’altra.
Siamo una coppia che è più forte unita che separata, che senso avrebbe al contrario? A maggior ragione quando a presiedere Aido Manerbio è Ermanno Manenti, campione mondiale di ciclismo per trapiantati. Nel 2020 avevamo pensato di fare un trofeo Avis-Aido Manerbio di ciclismo per bambini, approvato dalla Federazione quindi valido a tutti gli effetti per i piccoli ciclisti e le piccole cicliste che vi partecipano. La pandemia non ha permesso di scendere in strada e spingere sui pedali. Così abbiamo semplicemente posticipato al 4 luglio del 2021, sempre nel cuore di Manerbio. Stessa modalità, stessa validità.
Come vede il futuro della sezione Avis di Manerbio?
Più che vedere un futuro possiamo rispondere con “quale speriamo possa essere il futuro per Avis Manerbio”. Avis è un patrimonio della e delle comunità, non solo a livello sanitario.
Chiunque ne faccia parte non è un numero ma una risorsa dal valore inestimabile. Siamo entrati in questi ultimi anni nel “mood” del ricambiare, ringraziando con azioni tangibili.
Un primo passo è stato fatto nel 2020 abbiamo organizzato nella nostra sede i test sierologici cercando di trovare eventuali soluzioni all’interno dell’ambiente ospedaliero, prima di agire in autonomia alla ricerca di personale, autorizzazioni e prima di avviare tutta la macchina operativa. Nel momento in cui non si è vista all’orizzonte una strada percorribile in tal senso, abbiamo deciso di garantire almeno un sentiero verso la prevenzione organizzandoci autonomamente. In cantiere abbiamo molto altro che speriamo possa essere attivabile a breve.
Il testimone che vogliamo passare è quello di prendere atto del tesoro prezioso che sono i donatori e le donatrici di sangue e dare ampio spazio alla condivisione tra gli stessi associati, ampliare il raggio d’azione ed essere presente, non solo come sacche di sangue ma come valido supporto all’interno del tessuto sociale dei quattro comuni di nostra competenza: Manerbio, Alfianello, Bassano e San Gervasio Bresciano.
Barbara Appiani