Il santuario della Madonna della Formica ad Offlaga è ed era meta di pellegrinaggio. Negli ultimi anni purtroppo è sempre meno visitato. La chiesa è stata chiamata così perché la leggende narra che la zona di Offlaga fosse piena di formicai, un immenso flagello per la campagna e i raccolti dei residenti.
Il rimedio si ottenne con le preghiere dei paesani alla Vergine Maria che sconfissero tale calamità. Così dedicarono un santuario in nome suo.
Fin dall’antichità, tutti gli anni, nella seconda domenica dopo Pasqua si rinnova la tradizione del pellegrinaggio al santuario della Formica. Oltre alla processione era tradizione fare la scampagnata e la merenda sul prato con uova, pane, salame e la tradizionale ciambella della nonna.
Allora, tutti in bicicletta, si muovevano dai paesi limitrofi. Quelli fortunati erano trasportati da amici sulla canna delle bici, lasciando gli altri a fare la spola.
Ma la vera scampagnata era a piedi attraverso la campagna, la strada delle cascine e di boschi. Era una processione in piena regola e sembrava che quasi tutti i manerbiesi si fossero messi in movimento. Trovavi gruppi di ragazzo e ragazze con borse piene di vivande, la coperta per sedersi sul prato per la merenda (quello che oggi chiameremmo pic-nic).
Era una cosa bellissima trascorrere una giornata in compagnia e allegria con gli amici.
Nei gruppi non mancava mai qualcuno con la chitarra o la fisarmonica per tenere allegare la compagnia e fare quattro salti sull’aia in qualche cascina.
Poi visita in piazza ad Offlaga a prendere una bibita dalla Zichela o a fare quattro salti sotto il portico all’osteria.
Alla fine della giornata si andava dallo zio Giacopini per ascoltare al vertical, l’organetto verticale alla cui musica si danzava tutti assieme.
Piero Viviani