Ormai è storia diffusa, i mass media cominciano ad interessarsi, la gente comincia a preoccuparsi.
Parlo della notizia della centralina elettrica che nascerà sul Fiume Oglio tra Torre Pallavicina e Roccafranca.
Prendo spunto da un libro dal titolo “Si fa presto a dire Bassa” dedicato ai paesi bagnati dal Fiume Oglio e limitrofi, che fa parlare personalità delle ammi-nistrazioni pubbliche, dell’imprenditoria, della cultura e della società – tutte riconducibili, per nascita o per appartenenza fisica a questi luoghi – di un tema o meglio di un territorio per troppo tempo dimenticato e spesso deturpato dall’incuria delle persone, che negli anni hanno perpetrato vere e proprie ferite su un territorio che invece ha una grande vocazione e appeal nei confronti di quello che oggi tutti cercano e sognano e cioè la natura, il cielo immenso, le stradine di campagna, le acque gorgheggianti di sorgive e di quelle impetuose e pericolose delle piene del fiume e della calma, quando questo scorre lento e tranquillo nel suo letto fino ad arrivare al salto di livello che trova in alcuni punti del corso naturale.
Uno di questi salti si trova a Roccafranca ed è denominato il Chisù o Chiusone ed è la meta preferita di tanti fruitori delle bellezze naturali che arrivano da più parti, sia d’estate che d’inverno per vedere qualcosa di bello e straordinario che la semplicità di un corso d’acqua può essere.
In questo anno di pandemia, il Chisù e tutto il tracciato del Fiume Oglio che va da Pontoglio a Quinzano, e oltre, è stato l’unico sbocco alla “prigionia” obbligata, conseguenza dei contagi. E tanti hanno imparato a conoscere questo punto geografico che ha del magico; incrocio di tre province Brescia, Bergamo e Cremona, già teatro nei secoli scorsi di contese territoriali a suon di feroci battaglie militari.
Il libro di cui accennavo all’inizio raccontava nella prefazione che “La pianura richiama alla memoria collettiva, quasi ancestrale, due grandi immagini: la radice e l’orizzonte.
Che cos’è la Bassa se non i suoi uomini, le sue famiglie, le sue Comunità, le sue reti sociali? Tra radice e orizzonte, in una sola parola: cultura”.
Leggo di recente sui quotidiani e sui social di un progetto, già avanzato, di una Centralina elettrica proprio sul Chisù, proprio lì sulla sponda bergamasca, dove si attraversa il fiume a piedi, o a cavallo, o in bicicletta, proprio dove si incontrano le province dove due sponde, due comuni, ma un’acqua sola che scorre con tutto il suo carico di patrimonio ittico fluviale da salvaguardare; proprio lì dove la sera c’è uno dei più bei tramonti che si possano ammirare da queste parti, il sole che si specchia nel grande slargo del fiume prima del salto e che richiama centinaia di persone che fanno jogging e camminano trovando in quelle immagini, quell’orizzonte e le proprie radici!
Sono un cittadino di Roccafranca, sono un imprenditore che sa come funzionano le cose… so che serve energia pulita e alternativa, so che l’Unione Europea, la Regione, lo Stato ecc. stanziano grandi risorse e incentivi per produrla… ma sono anche uno che conosce il tragitto del fiume e sa che ci sono altri salti di livello e altre prese d’acqua importanti, per portata, del fiume sui quali poter progettare centraline elettriche e con accorgimenti che evitano impatti devastanti alla vista dell’occhio umano e che preservano il grande patrimonio ittico e faunistico del fiume.
Sono un imprenditore che non è contrario alle centraline o alle pale eoliche o alle moderne forme di produzione di energia alternativa e pulita, ma vivaddio il Chisù di Roccafranca e Torre Pallavicina risparmiatelo!
Sarebbe uno sfregio alla natura e definitivo di un territorio che invece cerca un riscatto!
Perché invece non si pensa ad un incontro tra le due “sponde” e non si pensa a un futuro condiviso per sfruttare le bellezze e la grande storia di queste nostre terre, citate anche da Dante e disegnate in una piantina da Leonardo Da Vinci (lo schizzo venne acquistato nel 1690 da Carlo II d’Inghilterra e tutt’ora custodito nella «Royal Collection» della famiglia reale inglese nel castello di Winsdor) e non si crea qualcosa che vada a beneficio di tutti i cittadini piuttosto che rilasciare concessioni o permessi (Comune, Regione, Provincia) per il beneficio economico di chi vede il nostro territorio solo come businnes, anche se legittimo?
Ci avevano promesso che in quel punto sarebbe sorto un ponte di legno per pedoni e ciclisti, sul genere costruito sul fiume tra Orzinuovi e Soncino e che avrebbe agevolato l’incontro e lo scambio tra due province importanti e il turismo possibile in un punto conteso per secoli ed invece ci “regalano un pacco” contenente una centralina elettrica che chiude definitivamente una storia, la nostra storia di paese fluviale e “franco” di Rocca Franca “zona franca”!
Faccio dunque appello ai Comuni di Torre Pallavicina, di Roccafranca, a quelli confinanti, alle province di Bergamo e Brescia, alla Regione Lombardia, al Parco dell’Oglio Nord, alle Associazioni ambientaliste, ai pescatori e ai cacciatori, e alle persone di buon senso e a tutti i fruitori delle bellezze del fiume, di provare a trovare una soluzione alternativa e non alla mitigazione di quella già fatta, che comprometterebbe tutto in modo definitivo e irreparabile!
Per noi il Fiume Oglio è come l’Adamello per i camuni: luogo del rispetto, luogo della vita!
Eugenio Massetti
Roccafranca, Brescia