Nel corso del 2020 anche nel nostro Comune diverse persone sono risultate essere percettori di reddito di cittadinanza. Tutti noi sappiamo di cosa si tratta: una misura di contrasto alla povertà e di rilancio dell’occupazione. Non è questa la sede per fare un bilancio del provvedimento e per raccontarne luci ed ombre. Ci preme ora evidenziare che, dell’ottantina di persone che sono seguite dal Servizio Sociale e percepiscono il RDC e che non sono collocabili al lavoro per diverse problematiche, dodici hanno però aderito ai cosiddetti “PUC”, acronimo che sta per Progetti Utili alla Collettività, nello spirito della normativa.
E’ infatti cardine del provvedimento il principio che la solidarietà sociale implichi una reciprocità che non la configuri come mero assistenzialismo: le risorse utilizzate per i RDC derivano dalle imposte dei cittadini, quindi chi ne beneficia, deve in qualche modo “restituire” alla collettività, secondo quanto è in grado di dare. In questo modo lo stesso beneficiario vive l’erogazione in un modo meno passivizzante, ma più dignitoso, perché sente di avere un ruolo, pur se relativamente piccolo.
Il principio è però in realtà di difficile declinazione pratica perché i vincoli burocratici e i nodi relativi alla copertura assicurativa lo rendono molto complicato.
Siamo quindi orgogliosi del fatto che Rovato è uno dei pochi Comuni che è riuscito ad attivare dodici Progetti in diversi ambiti: pulizie, cura del verde, accompagnamento scolastico, supporto amministrativo, supporto alla cucina nelle mense scolastiche.
L’esperienza è solo all’inizio, ma comincia a dare qualche buona soddisfazione e ci auguriamo possa crescere durante il prossimo anno.