Ricominciare, ripartire, riprendere sono verbi che abbiamo imparato a utilizzare molto spesso in questi recenti mesi di pandemia e che connotano le giornate dei più, tra entusiasmi e disillusioni, disincanto e speranze. Riportare le lancette dell’orologio al tempo precedente al Covid-19 è impossibile, ma rimane fattibile garantire una lenta ripresa delle attività che rappresentavano la quotidianità, la consuetudine, magari con rinnovato vigore e qualche idea nuova.
Ecco allora che anche il mondo parrocchiale può tornare a dire la sua ridando spazio alle molteplici iniziative fermate anzitempo dall’im-petuoso deflagrare del virus nello scorso febbraio.
Lo dice forte e chiaro l’abate di Montichiari Cesare Cancarini (nella foto) che pochi giorni fa ha festeggiato il suo primo biennio da parroco nel secondo Comune della diocesi bresciana, il quale afferma sì di “sentirsi preoccupato, perché dobbiamo riconoscere che non sappiamo ancora bene cosa dobbiamo fare e dove ci possiamo muovere. Tuttavia il verbo ‘ricominciare’ mantiene tutto il suo fascino: lo sento caro nella mia vita spirituale perché l’esistenza del discepolo è connotata da esso”.
Dopo l’esperienza di alcune attività estive giocoforza ridimensionate e lo stop a feste e sagre nelle frazioni “che erano punto di riferimento importante”, si riparte con la vita comunitaria “metten-do al centro – prosegue l’abate – l’idea condivisa dal consiglio pastorale che è quella del farsi prossimo, dell’essere presenti alla vita concreta delle persone, dei più fragili in particolare, in una logica di carità. Uno stile che non può non coinvolgere tutta la Chiesa, in questo seguendo anche la recente enciclica papale sul tema della fraternità”.
E a proposito di documenti importanti il 1° ottobre scorso al Cinema Gloria il Vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada ha illustrato, in uno degli incontri promossi sul territorio diocesano, la sua nuova lettera pastorale dal titolo “Non potremo dimenticare” che fa chiaro riferimento al terribile periodo della pandemia.
Come ripartire dunque? Per esempio con la convocazione di catechisti ed educatori “i quali riceveranno tra ottobre e novembre una proposta formativa significativa dal punto di vista pedagogico. Il 16 ottobre inoltre si terrà il nuovo corso per i fidanzati in merito al quale potrò avvalermi di giovani coppie per strutturare l’idea”.
Verranno celebrate ulteriori messe nelle chiese delle piccole frazioni “per riaprire tutti i luoghi di culto, nel rispetto delle normative sul Covid”.
È evidente nelle parole del prelato monteclarense la volontà di rendere possibili eventi per gli adolescenti nelle tre parrocchie di S. Maria Assunta, Vighizzolo e Novagli e offrire momenti interessanti anche ad adulti e anziani.
Tra le novità, da sottolineare che nelle riunioni di programmazione settimanale dei sacerdoti interverranno anche le sei suore attive a Montichiari; da gennaio, tra l’altro, le consacrate di Gesù Eterno Sacerdote finora ospitate all’Oasi dello Spirito saranno pienamente attive a Vighizzolo, frazione nella cui casa canonica andranno a risiedere.
“Avere sei donne presenti nel consiglio dei preti e dei diaconi – chiosa l’abate – è positivo e stimolante. Annuncio, inoltre, che nel mese in corso prenderà il via anche il Consiglio delle donne”, un esperimento che viene lanciato per la prima volta sotto i sei colli con l’obiettivo di coinvolgere maggiormente il mondo femminile in tutto ciò che è Chiesa.
Molta la carne al fuoco in fatto di iniziative, ma non mancano gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici di culto molti dei quali ormai divenuti irrinunciabili: “C’è bisogno di mettere mano – dichiara Mons. Cancarini – sia al concerto delle nove campane del Duomo sia alla facciata della chiesa di S. Pietro sia all’esterno e al campanile della chiesa dei Chiarini, senza dimenticare che abbiamo ancora un debito residuo di 16 mila euro da saldare per l’impianto di riscaldamento del Duomo stesso”.
Capitolo a parte, sempre per restare nella Basilica Minore, è quello relativo all’Altare del Rosario che “sarà oggetto di un lavoro di restauro: abbiamo già famiglie che ci hanno aiutato economicamente, ma vorrei ci fosse un contributo ampio, in base alle proprie possibilità, da parte di molte altre”. “Ricominciare”, come si vede, è possibile: idee, progetti, proposte non mancano. Alla comunità, ora, il compito di partecipare fattivamente, con la preghiera, l’impegno volontario e il sostegno finanziario.
Federico Migliorati