In un tempo di grande incertezza, in cui la società, scossa dall’emergenza Coronavirus, ha dovuto fare i conti con un’inimmaginabile nuova realtà, il mondo bancario non è stato esente da paure, timori e perplessità.
Nonostante ciò il futuro, fermo restando gli interrogativi che necessariamente porta con sé, deve essere interpretato sempre in un’ottica di progressiva ripresa il cui principale motore sarà proprio il territorio, le comunità che lo abitano e le realtà economiche ed imprenditoriali che in esso si trovano ad operare. Ne abbiamo parlato con il Direttore della Cassa Rurale ed Artigiana di Borgo San Giacomo Dott. Antonio Frosio.
Quando è divenuto direttore della Banca e che compiti svolge e quali sono le responsabilità di questa figura all’interno dell’orga-nigramma aziendale?
Sono Direttore dal 1 novembre 2019.
Il mio ruolo è, essenzialmente, quello di dare degli impulsi al nostro Consiglio di Amministrazione sia sotto il profilo organizzativo che tecnico e commerciale. Di fatto il mio compito è fungere da trait d’union tra tutte le realtà che compongono la nostra banca, dalle filiali alla capogruppo, dai collaboratori alla dirigenza.
Da Direttore ha dovuto far fronte ad una situazione mai vista prima, sconosciuta e davvero complessa come quella creatasi a seguito del-l’imperversare del Covid-19.
Come ha risposto il settore bancario a questa crisi e qual’è la situazione attuale?
Dal mio punto di vista tante attività, anche in ambito bancario, non hanno risposto in maniera efficacie all’imperversare dell’epi-demia.
Tanti hanno chiuso, tanti hanno contingentato gli ingressi non fornendo, spesso, un servizio davvero efficiente. Noi come BCC di Borgo abbiamo invece preferito mettere i nostri collaboratori in condizione di svolgere in sicurezza il loro lavoro, fornendo i dpi e tutti gli strumenti necessaria, e i nostri clienti di poter continuare ad usufruire dei nostri servizi, tutto garantendo una piena tutela della salute di ognuno e seguendo tutte le disposizioni in materia. Ora cerchiamo di riprendere le nostre abitudini, favorendo il riallacciarsi di relazioni umane, garantendo la salute di ciascuno e cercando di essere un perno per la ripresa del nostro territorio.
L’attività bancaria è uno dei capisaldi della società moderna, come vede il ruolo degli istituti di credito nell’attuale assetto de-l’economia territoriale e come la loro azione può essere stimolo per il rilancio di ogni settore?
Ogni settore ha ovviamente i suoi tempi e modi di reagire. Ciò che una banca seria deve fare è comportarsi come ha sempre fatto, prestando attenzione a chi ha bisogno e a chi ha in mente dei progetti seri, caratterizzati da intraprendenza e da una vocazione di continuità. Tanti dicono che la soluzione migliore per la ripresa sia immettere liquidità ma quest’ultima non ha significato se non focalizzata su un impianto strutturale capace di trarre da essa dei frutti.
E’ ovvio che nel momento più difficile si sia resa necessaria un’immediata presenza di risorse per far fronte alla emergenza ma ora è giunto il momento di un cambio di passo verso un sistema più focalizzato sugli obbiettivi da raggiungere nel medio-lungo termine.
Tutela dei correntisti, scelta consapevole della propria banca di fiducia e innovazione: quali sono gli elementi che connotano e sostanziano la solidità di un istituto di credito e dunque anche il suo “stato di salute”?
La salute di un’azienda in generale è legata al grado di condivisione che in essa viene sperimentato.
Condividere è essenziale per fare delle scelte ponderate, sia in senso verticale, tra i vertici e i collaboratori, sia in senso orizzontale, tra la banca e i suoi clienti. Inoltre, una squadra che lavora bene ottiene importanti risultati, garantendo sicurezza negli investimenti, oculata gestione delle risorse e un contatto costate con il territorio, la vera linfa del nostro fare banca.
Leonardo Binda