A partire da questo numero, la Fondazione sarà presente, almeno per qualche mese, con un proprio spazio su “Paese Mio”.
L’idea nasce con l’obiettivo di promuovere la conoscenza della nostra realtà, dei suoi obiettivi e dei suoi servizi, ma soprattutto con l’intento di svolgere una funzione informativa per i cittadini rispetto ai temi e alle problematiche che rientrano nell’ambito della nostra attività.
Per questo ringrazio sin d’ora il personale che ha lanciato l’idea e lascerò poi spazio alle qualificate figure professionali che lavorano per la Fondazione.
Le mie poche righe servono solo a ricordare che cos’è la “Fondazione Comunità della pianura bresciana” (o anche solo Fondazione BBO), che è stata costituita nell’ottobre 2003 dai 15 comuni del Distretto socio-sanitario n. 8, quale fondazione “di partecipazione”, con l’obiettivo di gestire unitariamente i servizi sociali e la pianificazione socio-assistenziale per il territorio.
La sua origine è legata all’attuazione della L. 328/2000, che aveva profondamente innovato i servizi sociali, proponendone una gestione a livello aggregato territoriale, attraverso gli opportuni strumenti. L’innovativo strumento della fondazione di partecipazione è stata la scelta delle amministrazioni comunali di allora, che hanno intravisto nell’organismo di diritto privato, ancorchè di proprietà pubblica, una soluzione adeguata alle nuove sfide.
Da allora sono passati Sindaci e Assessori nei vari comuni, sono cambiate alcune persone all’interno della struttura, ma la Fondazione è sempre cresciuta, consolidando la sua presenza nel territorio, rappresentando il luogo in cui gli amministratori possono unire le sempre scarse risorse destinate al mondo sociale per ricavarne una forza e una migliore possibilità di intervento.
Da allora nei Comuni i cittadini trovano solo attività di sportello riferite a-l’ambito sociale, mentre le attività operative sono affidate alla Fondazione, dalla quale dipendono le assistenti sociali.
La gestione unitaria territoriale ovviamente consente di disporre della figura dell’assistente sociale anche a Comuni che altrimenti difficilmente avrebbero avuto “numeri” tali da consentire l’assunzione di una figura specialistica di questo tipo. Così pure, la gestione accentrata a livello territoriale consente di pianificare le risposte in funzione del “dove” i bisogni si generano, perché non è detto che il bisogno sociale (nelle sue varie forme) sia per forza direttamente proporzionale al numero di cittadini….
La gestione dei servizi sociali trova una sua regia nell’Ufficio di Piano, responsabile dell’elabor-azione del Piano di Zona dei servizi sociali (cioè il programma pluriennale che regola la tipologia di servizi offerti), la cui operatività è posta in capo alla Fondazione.
La Fondazione gestisce però anche alcuni servizi di interesse collettivo e sovracomunale ulteriori, prima di competenza delle vecchie ASL: servizio tutela minori (con personale specializzato nella gestione di una delle fragilità sociali più delicate), nonché attività di Consultorio Familiare, con le relative prestazioni di natura sanitaria e socio-sanitaria.
La Fondazione svolge più in generale il ruolo di gestore dei fondi regionali per i servizi sociali, provvedendo alla sua ripartizione tra i Comuni e sui servizi erogati. Molti servizi di cui usufruiscono i cittadini infatti sono erogati in base ad appalti affidati dalla Fondazione.
Lavoriamo in ambiti dove si tocca con mano ogni giorno la distanza (direi “siderale”) tra i bisogni quotidiani e le fragilità di tanti cittadini, che sono sempre più grandi, e le risorse economiche a disposizione per fronteggiarli, sempre ridotte e insufficienti. In questo paradosso però chi lavora per Fondazione dà il massimo ogni giorno e l’obiettivo è gestire in maniera oculata le risorse, perché ogni euro ottimizzato può servire a rispondere in qualche modo ad altri bisogni. Per rispondere a questi bisogni però è necessario anche che la comunità tutta ne abbia percezione, che ci sia un clima culturale di consapevolezza dei problemi e delle soluzioni, perché solo facendo “rete” possiamo sperare di affrontare al meglio le difficoltà. Questo spazio periodico vuole essere un tentativo in questo senso, diven-tando occasione di riflessione per tutti.
Severino Gritti
Presidente Fondazione BBO