Un tempo diffusi in tutta Italia, oggi sono di difficile reperimento, eppure le morte di gelso sono un “super frutto” dalle molteplici proprietà curative e salutari. I gelsi appartengono alla famiglia delle moracee e sono originari del Medio Oriente, arrivati in Italia all’epoca dell’antica Roma. Fino al XX secolo erano molto diffusi in tutte le Regioni in quanto le loro foglie costituivano l’alimento base per l’allevamento dei bachi da seta ed erano molto apprezzati per i frutti gustosi, le more, con cui si possono realizzare ottime confetture. Noi ragazzi e ragazze (gnari e gnare) del cortile di Via Mazzini, depandance del palazzo Ghirardi, organizzavamo di andare in campagna a raccogliere i mur (le more) per fare al melot (la confettura) e per aver la scusa per fare una scampagnata con merenda. Io e mia sorella, la Franca, eravamo i promotori coi ragazzi del cortile: Clotilde, Gino, Maria, Anna, Guglielmo e Tina. 

La voce si sparse e molti altri si aggregarono, anche Rosa Prandi, bellissima ragazza. Ricordo che prese l’ombrellino parasole di sua madre: immaginatevi con tutte quelle belle ragazze quanti mosconi giravano intorno. La cosa positiva fu che abbiamo avuto molti aiuti volontari. Un giorno eravamo pronti per partire quando mi accorsi che mancava un telo per mettere i frutti raccolti. Guglielmo si offrì subito e andò a prenderlo in casa. La sorpresa fu quando lo stendemmo sotto l’albero e vedemmo che era un lenzuolo nuovo, tutto ricamato. Vi lascio immaginare cosa succedesse quando Guglielmo tornò a casa con il lenzuolo e lo vide sua madre. I “mosconi” portavano i cesti contenenti le nostre merende e delle coperte (plaid) per sedersi sul prato a fare pic-nic, univamo l’utile al dilettevole. I scec e le scete che introvamo per strada ci chiedevano dove stessimo andando: “a smasà i mur per fa al melot” e tanti si aggregavano, eravamo una bella compagnia.  

Finita la merenda, dividendo con chi non l’aveva, abbiamo incominciato la raccolta dei mur e abbiamo riempito un bel cesto: eravamo arrivati a metà dell’opera. Il frutto del mur è molto dolce e cuocendolo per fare le confetture aumentava la parte zuccherina e diventava immangiabile, per non dire stomachevole, e per renderlo più gradevole, durante la cottura, bisognava aggiungere molta frutta acerba tra cui mele, pere, uva, prugne, pesche, albicocche. A raccogliere la frutta mandavamo le ragazze che erano molto brave e persuasive e, pian piano, un po’ qua e un po’ là, riempivano un grosso cesto e poi via a casa a fare la marmellata che dividevamo fra tutti quelli del cortile.  

Piero Viviani