Così fan tutti, nel senso che la stessa situazione si ripete un po’ dappertutto. Pare che, anche nei grandi musei, tipo musei Vaticani, Uffizi, Louvre eccetera eccetera, siano molte le opere che, magari per problemi di spazio, non vengono esposte, quindi non siano disponibili per il pubblico. Un peccato, perché in molti casi non si tratta di opere di poco conto, ma di veri capolavori. Non a caso, di tanto in tanto si provvede a “far girare” alcune opere, mettendo in esposizione quelle che erano in cantina e riportando in cantina quelle che erano in esposizione (il “cambio”, ovviamente, non vale per opere tipo Gioconda, La Nascita di Venere eccetera, che rimangono sempre al loro posto, sotto le luci dei riflettori).
Qualcosa del genere accade a Montichiari. Ecco allora che, per bypassare il problema, da alcuni giorni la pagina Facebook di Montichiari Musei, che conta oltre 5300 followers, consente di ammirare le immagini delle opere custodite nei depositi del Museo Lechi.
E’ l’ennesima (e bella) idea uscita dal cilindro di Angela Franzoni, assessore alla Cultura, che si è data l’obiettivo di “promuovere le meraviglie di cui la città dispone, comprese quelle che non sono in esposizione”.
Sulla stessa frequenza Paolo Boifava, direttore di Montichiari Musei:
“Come molti musei, anche il nostro espone solo una parte delle opere che conserva. Le donazioni dei conti Luigi e Piero Lechi contano infatti circa 380 opere inventariate tra dipinti, disegni, stampe e porcellane ma in esposizione in via permanente ne abbiamo circa 60. Pubblicarle sui canali social è certamente un modo facile per aprire virtualmente al pubblico i depositi che per loro natura chiaramente non possono essere inclusi nel normale percorso di visita”.
Ad aprire la serie di questi tour virtuali è spettato alla splendida miniatura donata dal conte Piero Lechi, che rappresenta la città di Brescia vista dal giardino di Villa Brozzoni, dipinta con ogni probabilità da Giovanni Renica intorno al 1845. Le opere che verranno pubblicate sulla pagina Facebook “proven-gono dalle donazioni Lechi ma certamente ci allargheremo poi anche ad altri fondi artistici che possediamo”.
Quanto al calendario delle opere messe online, il direttore Boifava precisa che “non c’è ancora una scaletta definita. Le opere, infatti, vanno studiate per impaginare il breve testo che le accompagna: spesso si tratta dipinti o disegni il cui autore è di difficile identificazione seppure di qualità”.
Già che siamo in argomento, ricordiamo che il Museo Lechi, la cui attività è ripresa lo scorso 23 maggio, è aperto con ingresso a pagamento e visita libera il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18,30 e la domenica dalle 15 alle 18,30. Info: 030-9650455.
MTM