«Ghè né mìo», direbbero i nostri anziani. O comunque ce ne sono meno di prima: prima dell’emergenza coronavirus.
Stiamo parlando di soldi, che, da qualche settimana a questa parte, latitano. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: a causa del lock down le fabbriche e i negozi sono chiusi, molta gente non sta lavorando, se non lavora non prende lo stipendio eccetera eccetera. Certo, il Governo ha detto che stanzierà una paccata di miliardi, che verranno distribuiti equamente, che serviranno per questo e per quello. Cosa buona e giusta, intendiamoci.
Se non fosse che, nelle sue conferenze stampa, Conte ha quasi sempre usato i verbi al futuro: faremo, provvederemo, arriveranno… Infatti, nel momento in cui scriviamo queste note, solo pochi hanno ottenuto i pochi euro che servono per tirare avanti.
Se questo è vero, è anche vero che, già alla fine di marzo, il Capo del dipartimento della Protezione civile ha messo a disposizione dei Comuni i fondi per l’attuazione di misure urgenti di solidarietà alimentare.
E il Comune di Manerbio ha attuato queste misure tramite l’erogazione di buoni spesa di importo variabile in base al numero dei componenti del nucleo familiare, per l’acquisito di generi alimentari e di prima necessità.
Cominciamo col dire che i destinatari di questi buoni alimentari sono le famiglie residenti a Manerbio, di qualunque numero di componenti, in cui la situazione lavorativa ed economica di uno o più componenti è stata compromessa dall’emer-genza sanitaria (i cittadini extracomunitari che intendono presentare la richiesta devono essere in possesso di titolo di soggiorno valido, oppure della ricevuta che attesti l’avvenuta presentazione della richiesta di rinnovo del titolo di soggiorno scaduto). L’erogazione dei buoni avviene in un’unica soluzione e ogni famiglia può presentare una sola istanza. Di seguito i requisiti necessari affinché le famiglie abbiano diritto ai buoni spesa.
Primo: che abbiano subito la perdita del lavoro, dipendente o nelle varie forme flessibili in data successiva al 23 febbraio 2020.
Secondo: che abbiano dovuto procedere con la sospensione o chiusura dell’attività (a titolo esemplificativo ma non esaustivo: libero professionale, artigianale, commerciale, di pubblico servizio), in data successiva al 23 febbraio 2020.
Terzo: che siano in stato di non occupazione, già antecedentemente all’emergenza sanitaria.
Quarto: che si trovino in situazione di estrema fragilità a causa dell’emergenza e impossibilitate ad accedere al proprio conto e alle proprie risorse economiche perché congelate temporaneamente.
Ovviamente ci sono poi altre restrizioni, come ad esempio quelle relative a chi già percepisce altre forme di sostegno pubbliche al reddito.
Informazioni più dettagliate possono essere richieste all’indirizzo servizisociali@comune.manerbio.bs.it.
MTM