Si sa: il mondo in cui viviamo è inquinato, molto inquinato. Sono inquinati gli oceani, anche e soprattutto a causa delle migliaia di sostanze chimiche inquinanti che riversiamo in essi. Sono inquinati i fiumi, anche e soprattutto a causa delle schifezze che ogni giorno scaricano le nostre fabbriche e i lavandini delle nostre case. Sono inquinati i nostri mari (idem).
Naturalmente è inquinata anche l’aria che respiriamo (vedi le tonnellate di anidride carbonica & similia che ogni giorno buttiamo nell’aria che poi respiriamo). Infatti, di tanto in tanto, anche a causa delle famigerate polveri sottili, viene interdetto il traffico in questa o quella città.
Inoltre sappiamo tutti che la scarsa qualità dell’aria è causa di un’enorme varietà di problematiche: dai disturbi minori al cancro, passando per l’asma ed altre patologie.
Domanda: è possibile «disinquinare» l’aria? Beh, ad esempio potremmo cominciare con inquinare di meno, che sarebbe una gran bella cosa. In attesa di provvedere (campa cavallo?), diciamo che ci possono aiutare le piante, capaci di «filtrare» l’aria rendendocela meno inquinata, quindi più respirabile.
Tutte le piante assolvono a questa funzione. Alcune, però, lo fanno più e meglio di altre. Addirittura, la Coldiretti ha steso una sorta di top ten delle piante mangia smog
Al primo posto c’è l’Acero Riccio, capace di assorbire, pensate un po’, fino a 3800 chili di CO2 in vent’anni. Quasi a pari merito, con 3100 chili di CO2 aspirate dall’aria, ci sono la Betulla verrucosa e il Cerro.
L’antico e glorioso Ginkgo Biloba assorbe 2800 chili di CO2 (oltre a vantare anche un’alta capacità di barriera contro gas, polveri e afa. Grande pianta il Ginkgo). Ma ci sono anche il Tiglio, il Bagolaro, l’Olmo campestre, il Frassino comune e l’Ontano nero, che, seppur in misura minore, fanno la loro parte.
Ora, non sappiamo se tra le quasi 400 piante che il Comune di Manerbio ha piantato qua e là in varie zone del paese (200 già a dimora, quasi altrettante lo saranno entro la fine dell’anno) ci sono Aceri Ricci, Betulle, Cerri, Tigli e via dicendo. Sappiamo però che tutte le piante, anche se in misura diversa, depurano l’aria.
Quindi, con questa operazione, costata complessivamente più di 50.000 euro, la città di Manerbio è cresciuta non solo dal punto di vista estetico (ebbene sì: le città verdi sono più belle…), ma ha pure contribuito a depurare l’aria che i cittadini respirano ogni giorno. MTM