Mà– mani in dialetto. Molti proverbi e battute esistono in dialetto, riferiti alle mani, sicuramente perché una volta la maggioranza delle persone faceva lavori manuali, pertanto le mani si prestavano a tantissimi detti, dai più seri ai più scherzosi, a espressioni metaforiche significative. “Töga sö la mà”: imparare ad usare un mezzo, un attrezzo, ma anche prendere confidenza con un lavoro di qualsiasi genere o con una situazione ricorrente. “Chè càsset a mà?”: cosa vai a rimuginare o a complicare ?. “L’è bù a fa nà le mà”: è capace di difendersi o è abile e svelto a lavorare. “A portada de mà – amanìt”: a portata di mano, riferito a cose, luoghi o persone. “L’è ‘na persuna ala mà”: è una persona alla buona, semplice. “L’è zó de mà”: è fuori percorso, scomodo da prendere. “Èser a mà öde”: essere a mani vuote, povero. “Ladì de mà”: facile a menar le mani. “Fa nà le mà”: picchiare, ma anche gesticolare. “Fa ‘n ótra mà”: fare un altro giro di carte. “Dà un manroèrs”: dare un manrovescio. “G’ho mia quàter mà!”: non ho quattro mani, quando ci viene richiesto di fare più cose nello stesso momento. “Tègner a mà”: risparmiare, tenere stretti i soldi in mano. Come si può notare, grande è l’importanza delle mani, espressa in dialetto senza giri di parole. Con le mani si possono fare un’infinità di gesti, gentili o cattivi, utili o futili. Usare contemporaneamente le mani per fare più di una cosa, tenendo collegata anche la testa, è un comportamento quotidiano nel quale noi donne siamo davvero specializzate! Sappiamo infatti fare più lavori, da quelli casalinghi, a quelli professionali, a quelli creativi, dividendo a volte anche una mano dall’altra, per ottimizzare tempi sempre più ristretti, districandoci tra mille incombenze quotidiane, ma tenendo sempre attivo il cervello per sopperire pure alle dimenticanze di chi vive con noi ed è distratto (o troppo abituato ad avere chi gli ricorda tutto). Tuttavia i gesti più belli che le mani di noi donne sanno regalare a chi vogliamo bene, è accudire e coccolare (i nostri bambini prima e i genitori anziani poi, oltre a fidanzato o marito), accarezzare (anche metaforicamente) per affetto, per amicizia, per consolare, per incoraggiare, per compassione, per tenerezza! Sono gesti che “parlano” più di mille parole!
Ornella Olfi