Avevamo già parlato, nelle nostre precedenti edizioni, dell’incredibile arte di Le Thuy Ai, pittrice che nel corso della sua vita ha avuto modo di essere conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.
Si fa conoscere come Mary, un nome semplice, quasi apolide, non facendo ben trasparire la sua origine.
Una scelta di anonimato che, grazie alle sue tele, certamente non è riuscita a vincere.
Le Thuy Ai nasce infatti in terra vietnamita, un luogo in cui gli orrori di una guerra sanguinaria, fratricida, mondiale, fanno i conti con una cultura unica, faro di civiltà per tutto l’Estremo Oriente. Un modo di vivere semplice, bucolico, tra una risaia ed un tempio, ma ricco ed intriso di spiritualità e di sentimento.
Ed è forse da questi presupposti, da questa innata cultura che ancora arde anche a decine di migliaia di chilometri di distanza, che nasce l’arte di Le Thuy Ai. Una forza espressiva unica nel suo genere l’è valsa una miriade di riconoscimenti, tutti meritati, tutti unici.
La sua amicizia e complicità con figure di rilevanza nazionale ed internazionale, come Vittorio Sgarbi e Philippe Daveiro, hanno contribuito ad inserirla nell’Olimpo dell’arte. Ma ciò che dà a questa artista la sua unicità è senza dubbio la sua grande abilità. Le sue tele, pensate e realizzate con tecniche sempre diverse ed innovative, danno conto di un’esistenza non sempre felice. Le Thuy Ai è stata la prima ad ideare un nuovo concetto di tela, andando con spaghi e fili a “legare” parti di essa in un contesto sempre carico di colore e di espressività. Una fusione che riprende i toni originali e liberi dell’arte occidentale per poi unirli alla meditazione e all’eleganza del-l’Oriente.
Lo scorso ottobre, nel contesto del Premio Internazionale Luigi XV, un’opera di Le Thuy Ai intitolata “tela ferita”, ad oggi custodita in una collezione privata nel bresciano, terra in cui l’artista vive e svolge la maggior parte del suo lavoro, ha ottenuto un importante encomio. Un riconoscimento importante, un “Diplôme d’honneur”, che riconosce il valore di Le Thuy Ai, la quale ha iniziato a dipingere dopo un viaggio, che qualcuno definirebbe mistico, presso il Santuario della Madonna di Caravaggio. Ulteriore menzione ha ricevuto anche l’opera “Amore legato per la vita”, riconosciuta come una delle migliori della quinta edizione del Trofeo Costa Azzurra.
Tutti questi riconoscimenti d’Oltralpe, che si sommano a molti ottenuti anche in patria, concorrono a dare valore e spessore all’opera di questa artista, la quale è forse riuscita, nel suo piccolo, a creare quel tanto agognato connubio tra la sensibilità artistica europea e quella delle affascinanti terre della lontana Asia.
Leonardo Binda