Organizzato dalla parrocchia di Santa Maria Assunta, il 2 dicembre al Centro Giovanile ha preso il via il corso di evangelizzazione, che, scandito in 8 incontri, andrà avanti fino al 30 marzo (per partecipare, è necessario consegnare il volantino, ovviamente compilato e reperibile nelle chiese, all’ufficio parrocchiale, in Piazzetta Basilica Minore 2, oppure inviarlo tramite mail a ufficio.parrocchiale@abbaziamontichiari).
Il corso si rivolge a tuti i «praticanti», e ha il dichiarato obiettivo di approfondire la fede e comunicarla al meglio agli altri.
Un tentativo, insomma, di «far convergere in un metodo due verità, che provengono dal senso stesso della Chiesa: l’evangelizzazione e la famiglia».
Non c’è dubbio che, visti i tempi, si tratti di un’ini-ziativa più che lodevole.
Anche perché era stato Gesù stesso a dire «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura».
Un vero «mandato», insomma, rivolto a tutti noi, o almeno ai credenti.
Abbiamo detto «visti i tempi» perché, oggi, le chiese (non solo quelle di Montichiari, ma tutte) non sono certo piene di fedeli.
La Voce del Popolo, il settimanale diocesano, che su questo argomento ne sa molto più di noi, riporta le parole di monsignor Cesare Cancarini, abate di Montichiari, che avrebbe lamentato l’esigua presenza di fedeli in chiesa, quantificata intorno al 10%: «Con questo corso vogliamo essere una parrocchia che si impegna maggiormente e diventare una comunità cristiana che pensa al 90% che non crede o non viene in chiesa».
Parole sacrosante, quelle dell’abate, che fotografano una realtà che, ribadiamo, riguarda non solo Montichiari.
Una realtà che non lascia presagire nulla di buono. Non a caso, con una delle sue battute irriverenti, tempo fa Vittorio feltri ha detto che «se andiamo avanti così, fra qualche anno nelle chiese ci saranno più candele che fedeli».
Ben vengano, allora, i corsi di evangelizzazione come quelli organizzati a Montichiari. Ma, se ci è permesso, sommessamente vorremmo suggerire (non all’abate di Montichiari, ma alle alte sfere della Chiesa) di porsi una semplice domanda: perché la gente non va più in chiesa?
Certo, i tempi non sono più quelli di una volta, i ritmi della vita sono sempre più frenetici, la globalizzazione, il dio denaro, la carriera… Tutto vero.
Noi, però, guarderemmo anche alla «politica» della Chiesa, a cominciare dalla quella della Cei, la Conferenza episcopale italiana. Ascoltate il cardinale Gualtiero Bassetti, che della Cei è il presidente; ascoltate Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica; ascoltate padre Alex Zanotelli…
Magari meditate sulle parole pronunciate da un prete casertano durante la predica: «Mi piacerebbe che chi vota Lega uscisse da questa chiesa perché siete degli assassini».
Ecco, noi siamo convinti di una cosa: se invece di fare politica, certi preti e certi cardinali (ma anche in Vaticano) si occupassero delle anime, in chiesa ci sarebbero più fedeli.
Gabriele Fiore