La carie della prima infanzia o “Early Childhood Caries” (ECC) è una manifestazione precoce della malattia cariosa che si sviluppa nei bambini di età inferiore ai 6 anni, a volte anche prima dei 2 anni. Si tratta di una patologia multifattoriale la cui causa principale va ricercata nel prolungato consumo di zucchero, miele, bevande zuccherate, ma anche latte addizionato di zucchero (specialmente nelle ore notturne, quando il flusso salivare è fortemente ridotto), somministrate al bambino molto piccolo attraverso ciuccio o biberon (da qui l’altro nome con cui è conosciuta questa patologia, ovvero “Baby bottle syndrome”). Il quadro clinico varia da forme iniziali di demineralizzazione dello smalto fino alla completa distruzione dei denti da latte. Recenti studi hanno dimostrato che i bambini affetti da ECC sono più esposti ad insorgenza di dolore ed emergenze odontoiatriche, infezioni ricorrenti, malocclusione, sviluppo di nuove carie anche in dentizione mista, comparsa di possibili alterazioni nello sviluppo e nella crescita, oltre allo sviluppo di paura e fobia odontoiatrica da adulto. Considerando la tenera età dei pazienti affetti e le gravi conseguenze di questa patologia, è opportuno adottare un atteggiamento di tipo preventivo, con accorgimenti quali:
– Mantenere l’igiene del bambino facendo scorrere sulle superfici dentarie, dopo ogni pasto, una garza imbevuta di acqua su cui è stato messo un quantitativo pari ad un “chicco di riso” di dentifricio al fluoro, già dall’eruzione del primo dentino (6-8 mesi), avendo l’accortezza di pulire delicatamente anche le mucose della bocca;
– Dalla comparsa di più dentini, ben visibili in bocca, è possibile usare uno spazzolino con setole morbide e testina piccola: l’igiene orale deve essere praticata da un genitore e continuata sotto la supervisione di un adulto fino a raggiunta indipendenza!;
– Non somministrare al bambino zucchero o miele con il ciuccio; -Limitare il consumo di bevande zuccherate (succhi di frutta, tè confezionati, ecc.);
– Non assaggiare con la stessa posata le pappe del bambino né pulire il ciuccio caduto a terra mettendolo nella propria bocca (si trasmetterebbero così al piccolo i batteri presenti nel cavo orale del genitore): ricordiamo che alla nascita la bocca del bimbo è sterile!; – Favorire l’allattamento a richiesta, ricordando però che di notte sono meno attivi i meccanismi di autodetersione;
– Nel caso si manifesti la patologia usare il dentifricio o le creme remineralizzanti consigliate dallo specialista in odontoiatria infantile a seconda del grado soggettivo di cariorecettività del piccolo (e quindi ad un differente quantitativo di fluoro);
– Sottoporre il bambino a controlli trimestrali ed all’integrazione topica di fluoro prevista caso per caso, valutando l’evoluzione del quadro clinico.
Così facendo potremo cercare di ridurre l’impatto clinico di questa malattia ed i gravi danni che provoca ai piccoli pazienti ed alle loro famiglie!
Dr.ssa Marilisa Massetti