Continua senza sosta la battaglia di Coldiretti a tutela della nostra agricoltura, degli allevamenti, del cibo sano e di qualità, contro le politiche ideologiche dell’Unione Europea; queste ultime comprendono tutta una serie di norme e prescrizioni note come “Green Deal”, ossia il piano governativo europeo formalmente volto a ridurre le emissioni di gas serra e a promuovere un’economia a basse emissioni di carbonio.

Molti e “caldi” i temi affrontati nel corso di questa conferenza tenutasi lo scorso 4 aprile nella sala civica cittadina all’interno della 134° edizione di Lombardia Carne.

L’evento si è aperto con i saluti da parte del direttore e vicepresidente di Coldiretti Brescia Andrea Repossini, che ha subito contrattaccato le false notizie diffuse dai mass media: «Viene detto che mangiare un piatto di carne generi un inquinamento superiore a quello di un’auto; ma questo non è vero e lo dicono i dati…ed è proprio sui dati che noi vogliamo confrontarci ma, purtroppo, il governo dell’Unione continua a rifiutare questo confronto…».

«I cibi sintetici – ha continuato nel suo intervento – rubano il mercato a quelli sani e causeranno sempre più obesità, intolleranze, malattie, come i tumori e il diabete; il consumatore, se viene ben informato, può fare la differenza». Repossini ha poi posto l’accento sulla qualità dei prodotti italiani, che vuol dire anche sicurezza degli alimenti proposti al pubblico.

Altro elemento di rilievo è la formazione dei giovani nelle scuole affinché non si scoraggino ma possano portare avanti tradizione e competenza professionale. «Oggi in Italia l’agricoltura conta il 16% del Pil – ha concluso – le politiche ideologiche comunitarie vorrebbero sostituire l’agricoltura tradizionale con cibi sintetici, farine di insetti e additivi chimici, ma siamo certi e convinti che la nostra agricoltura ed il nostro allevamento continueranno ad avere un futuro certo perché, avere alimenti sani, vuol dire tutelare la salute dei cittadini e consentire un accesso democratico delle popolazioni al cibo».

L’assessore Valentina Bergo è intervenuta portando i saluti a nome dell’’Amministrazione cittadina. Ha ringraziato le associazioni di categoria, gli assessori di Regione Lombardia Giorgio Maione e Simona Tironi presenti all’evento, e tutti gli agricoltori, produttori e allevatori, sottolineando come la collaborazione sia l’elemento fondamentale per la tutela dei prodotti italiani e la difesa della tradizione e della qualità contro ogni sorta di imitazione e di imposizione ideologica.

Omar Scomodon, biologo e nutrizionista, ha catturato l’attenzione dei presenti con un video molto simpatico centrato sulle centinaia di studi universitari fatti su comportamenti per la tutela della salute, evidenziando come, molti di questi, si contraddicano a vicenda. Cosa fare allora per tutelare la nostra salute?

«Il 50% della buona salute umana dipende da fattori ambientali – spiega – nel caso dell’Italia la dieta mediterranea è un punto di forza da tutelare. Dobbiamo riscoprire le buone tradizioni alimentari dei nostri nonni che infatti vivevano a lungo. Tutti gli alimenti tradizionali come carne rossa, uova, latte sono oggi demonizzati dalle diverse teorie nutrizioniste; in realtà tutti questi cibi, se consumati correttamente, contribuiscono al buon funzionamento del corpo e alla sua salute purché siano di ottima qualità».

Scomodon invita pertanto il cittadino a spendere un po’ di più ma a scegliere sempre prodotti di provenienza sicura e di grande qualità come ad es. l’olio extravergine, il miele, le carni, il latte e le uova e di provenienza certificata. Non sono questi cibi che fanno male alla salute ma i prodotti di scarsa qualità spesso additivati con sostanze chimiche e realizzati in modo estremamente processato.

Il giovane europarlamentare Paolo Inselvini ha raccontato ai presenti di come, presso i palazzi del governo Europeo, siano presenti mostre che demonizzano l’agricoltura tradizionale ed elogino e promuovano il cibo sintetico. La testimonianza diretta di Paolo ci dà l’immagine politica di una Unione Europea che propina politiche ideologiche basate sulla malafede, spinte da lobby che vogliono combattere il nostro stile di vita volendo portare a decisioni contrarie alle logiche della vita. Queste le sue parole: «Siamo costretti a importare prodotti che usano sostanze proibite in paesi in cui sono consentite, vengono propagandati il cibo sintetico e gli insetti; ci viene detto che il vino è la carne fanno male. Rimettere al centro l’agricoltura e il buon cibo significa tutelare democrazia e libertà dei popoli che diversamente finirebbero nelle mani di pochi speculatori. Solo con una forte azione politica può combattere queste estreme politiche ideologiche».

Erano presenti all’incontro numerosi studenti dell’indirizzo agrario dell’istituto Einaudi di Chiari che hanno potuto porgere domande molto interessanti agli assessori Maione e Tironi.

All’assessore regionale Tironi è stato chiesto quali politiche si stiano attuando sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle scuole. L’assessore alla Formazione e Lavoro ha spiegato come la Regione stia mettendo in campo 10 massimi esperti che si dedicheranno alla formazione degli insegnanti sull’I.A. Si stanno inoltre implementando moduli formativi, scaricabili dal web, relativi alla formazione del personale e alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Massima attenzione quindi dell’Istituzione regionale alla digitalizzazione e ad un uso corretto delle tecnologie nelle scuole e nei luoghi di lavoro.

All’assessore all’Ambiente il quesito posto ha riguardato gli incentivi ai giovani, dato il loro scarso numero nel voler intraprendere professioni inerenti il mondo agricolo e una certa sfiducia di questi ultimi nel settore. Maione ha spiegato che Regione Lombardia ha messo già a disposizione fondi destinati all’imprenditoria giovanile agricola e che continuerà a farlo, rassicurando i ragazzi che il comparto agricolo e dell’allevamento avrà un futuro certo e duraturo e che non è destinato a tramontare. Più di 7.000 giovani hanno già ricevuto finanziamenti di € 50.000/cad. per l’apertura e realizzazione di attività agricole e di allevamento.

Una ulteriore domanda posta dai ragazzi ha riguardato chiarimenti sulle attuali politiche Europee alla luce anche dei nuovi dazi americani. Maione è convinto che il dialogo continuo è la strada migliore da seguire con le istituzioni sovranazionali, alla luce anche dei risultati già raggiunti in Italia con una riduzione delle emissioni inquinanti del 40% e l’eliminazione del biogas e del biometano.

Un’ultima domanda, posta dagli allievi dell’istituto agrario, ha riguardato la situazione delle mense scolastiche; l’assessore Tironi ha spiegato che su questo punto è molto determinata a far riflettere il governo regionale sulla incongruenza esistente tra incentivazione alla qualità e sicurezza dei cibi e i bandi a minor prezzo per la fornitura di alimenti per le mense scolastiche. Su questo punto bisogna ancora lavorare molto.

Le conclusioni del seminario sono state affidate alla presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti, che ha evidenziato come il settore agricolo abbia un futuro certo e offra tante opportunità ai giovani delle scuole che si vogliono impegnare in tal senso.

«In Europa – ha spiegato – esistono due modi di vedere il cibo: per i nostri territori legato alla tradizione, alla storia e alla terra; nel nord Europa esiste per lo più una concezione industriale. Il cibo non può essere delegato, i popoli devono essere autonomi e non dipendere dagli altri; questo significa avere risorse alimentari democratiche e non in mano a pochi. Ribadiamo quindi il nostro NO al cibo industriale e di laboratorio. NO al potere del cibo nelle mani di pochi oligarchi. Abbiamo dimostrato che le attività legate al mondo agricolo sono sostenibili ed incidono solo per l’8% sul totale delle emissioni. La nostra economia circolare è unica. Il cibo deve essere sano e sicuro, questo è un principio di giustizia. Le sostanze chimiche portano intolleranze e malattie. Il nostro cibo, sano e di qualità, al momento è sotto attacco. Non è vero che il settore agricolo fa male all’ambiente. Come reagire quindi? Bisogna trovare un giusto equilibrio tra scienza, tecnologia e tradizioni, questa è la sfida del futuro. Grande importanza dovrà avere sempre più l’etichettatura, che deve fornire al consumatore tutte le informazioni sulla qualità degli alimenti e sulla loro provenienza».

Emanuele Lopez