Il Consorzio Franciacorta sta attraversando un periodo tutt’altro che sereno, già impegnato in una disputa con il Comune di Rovato sull’uso del nome che identifica tanto il vino quanto il territorio, Franciacorta. Una battaglia che appare anacronistica e persino surreale, mentre questioni ben più rilevanti si consumano al suo interno. Parliamo, infatti, del clamoroso “divorzio” dell’azienda agricola Cavalleri, una frattura che scuote il settore vitivinicolo e coinvolge un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale.
Infatti, in attesa di conoscere il nome del nuovo Presidente che dovrà essere nominato a breve, il Consorzio Franciacorta perde una delle sue consociate storiche. L’azienda Gian Paolo e Giovanni Cavalleri, fondata ad Erbusco nel 1979, esce dal sodalizio. La motivazione, contenuta all’interno di una lettera, è destinata a far discutere.
“Con profondo rammarico – si legge nella comunicazione – l’Azienda agricola Cavalleri di Erbusco esce, da questa primavera, dal Consorzio di Tutela del Franciacorta e rinuncia per i propri vini spumanti alla relativa Denominazione, che perciò non sarà più indicata sulle nostre bottiglie. La dolorosa decisione non è certa stata presa per divergenze con i criteri e con le norme che hanno sostanziato, fin dalle origini, il Disciplinare della Docg, quanto piuttosto perché non ci riconosciamo più nello spirito e nei valori che oggi governano le decisioni, per quanto legittime, del Consorzio e della Denominazione. L’Azienda Cavalleri esce dal Consorzio ma non dal territorio della Franciacorta. Ciò significa che continueremo a produrre solo vino che sia frutto esclusivo di questa terra, gestendo vigneti e territorio secondo i rigorosi criteri originari del Disciplinare che la nostra famiglia, in primis Giovanni Cavalleri, ha contribuito in maniera determinante a scrivere. Nel recente passato abbiamo molte volte esplicitato il nostro dissenso, sia verbalmente in sede consortile sia fattualmente attraverso pratiche agronomiche coerenti in vigna e in cantina, tra le quali teniamo a sottolineare la realizzazione del primo e per ora unico vigneto agroforestale della zona, ma dobbiamo oggi prendere atto che la nostra visione non risulti più condivisa. Noi continueremo sulla strada del biologico e del biodinamico proprio come era nelle intenzioni del Consorzio che, peraltro, aveva proposto l’idea di trasformare la Franciacorta in un Distretto Biologico, idea che però risulta essere stata accantonata se si osserva la progressiva riduzione delle superfici destinate a quella pratica virtuosa a favore del crescente peso specifico delle logiche e degli interessi commerciali. La nostra Azienda rimarrà sempre impegnata a perseguire tale vocazione, rimanendo aperta a future possibili collaborazioni con chiunque vorrà e potrà condividere la nostra filosofia produttiva.”
Ricordiamo che l’azienda Cavalleri ha sviluppato nel tempo, con dedizione e impegno, il progetto delineato dal fondatore: produrre nel massimo rispetto del territorio, esaltare la specificità dei suoli e condurre un modello agricolo sostenibile e pragmatico. I suoi vigneti, estesi su 43 ettari di terreno, producono 200.000 bottiglie l’anno.
I Cavalleri sono dei vignaioli, la loro idea di eccellenza parte dalla terra. Serietà e rigore sono le parole che più si addicono per descrivere l’azienda. I vigneti sono la più grande ricchezza, il punto di partenza fondamentale per ottenere vini di qualità. Inoltre, dopo anni di studi, ricerche e osservazioni, l’azienda ha deciso di intraprendere la strada dell’agricoltura biodinamica: da qui nascono vini contraddistinti da nitidezza, carattere ed eleganza. Anche in cantina, come in vigneto, massima attenzione ai dettagli e alla qualità, con lavorazioni ridotte al minimo.
Mauro Ferrari