Splendida esperienza quella che hanno potuto vivere gli studenti liceali dell’Istituto Superiore Don Milani che dal 7 al 24 gennaio hanno seguito le lezioni condotte da due studenti americani del Massachusetts Institute of Technology, un progetto per l’insegnamento di discipline scientifiche in lingua inglese noto come “Global Teaching Labs”. Lars Spinetta, studente texano che  frequenta il primo anno dell’autorevole ateneo di Boston, ha insegnato “debate” nelle classi del liceo linguistico, in quello delle scienze umane e nell’economico sociale; mentre Riddhi Bhagwat, originaria di Chicago e al secondo anno di Scienze e Neuroscienze, ha spiegato biologia e biotecnologie in quelle del liceo scientifico tradizionale. Per Spinetta è stato anche una sorta di scoperta delle sue radici, viste le origini italiane del nonno paterno, ma anche la giovane di origine indiana si è trovata subito molto bene «È stata la mia prima volta con una classe intera – ha dichiarato Spinetta – e mi è servita per capire se mi piace insegnare», mentre Bhagwat ha sottolineato: «Ho deciso di partecipare a questa esperienza internazionale, segnalando l’Italia come paese di prima scelta». Il fatto di avere docenti pressoché coetanei ha fatto la differenza nell’apprendimento anche per gli studenti del Don Milani. «È stata un’esperienza bellissima – ha sottolineato Pietro Magri della classe quinta B del liceo economico sociale, che ha accolto in casa Spinetta – Lars è diventato subito uno di famiglia. In aula le sue avvincenti lezioni hanno stimolato tantissimo il nostro livello di inglese, soprattutto in vista della maturità». Pure Camilla Zanotti, della seconda A del liceo scientifico, è entusiasta. La sua famiglia ha ospitato Riddhi Bhagwat, «Riddhi è una ragazza straordinaria, simpatica, affabile e molto intelligente. Valuto questo periodo, più che un percorso formativo, un’avventura che ha inciso positivamente sulla mia vita e che mi ha permesso di conoscere una nuova eccezionale amica». Giuseppina Panariello, la docente che ha coordinato l’iniziativa, ha parlato di «Una esperienza nuova e non semplice, ma proprio perché difficile molto stimolante. Con essa ci siamo aperti ad una cultura con pratiche didattiche diverse dalle nostre, dove l’attività di ricerca e scoperta anche ludica è un elemento importante. Tutte le classi hanno accolto molto favorevolmente i due studenti, sviluppando una interazione che ha favorito l’apprendimento e migliorato il loro inglese». «Abbiamo subito colto che le attività svolte sono state molto stimolanti ed efficaci – ha concluso la dirigente scolastica Claudia Covri – perché i messaggi tra pari passano con lo stesso linguaggio e i due ospiti sono subito diventati uno stimolo, un modello per i ragazzi, i quali in tal modo si fanno domande che aprono nuovi orizzonti».

Marzia Borzi