Benché possa sembrare scontato, “integrare” non è mai azione individuale: trattasi, invece, di un complesso dialogo, dell’esito di una cooperazione che richiede, come condizioni necessarie, il desiderio di essere accolti in un nuovo contesto socio-culturale, così come anche la presenza di realtà di formazione che sappiano aiutare a gettare basi utili affinché questo proposito possa essere soddisfatto.
Il progetto
Da ormai alcuni anni, grazie alla collaborazione con la cooperativa Alternativa e in virtù delle disponibilità d’investimento da parte della Direzione Generale Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia garantite dal PNRR, Inchiostro ha dato vita ad un percorso integrato di formazione specificamente dedicato a migranti minori e non accompagnati, giunti sul nostro suolo nazionale tramite le principali e dolorose tappe della rotta mediterranea. Giovani e giovanissimi che, come spiegano i referenti del progetto, «se non avessero un percorso da intraprendere necessariamente troverebbero insormontabili ostacoli per integrarsi adeguatamente nel nostro tessuto sociale e produttivo, aprendo così la strada all’infiltrazione di sfruttatori senza scrupoli, i quali facilmente potrebbero renderli perfette vittime di sé stessi, come troppo spesso la cronaca ci ha abituati a sentire».
Dalla teoria alla pratica
Tutto ciò è possibile grazie all’eccellente lavoro di una equipe di professioniste – Beatrice, Djamila e Camilla – che, in virtù alla loro peculiare formazione, accompagnano un’ottantina di ragazzi dinamici e solari desiderosi di costruire un futuro capace di lasciarsi alle spalle dolore e sofferenza. «I nostri percorsi prevedono ore di alfabetizzazione linguistica e scientifica, considerato che questi ragazzi, d’età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, non possono in prima battuta accedere, per ovvi motivi, al regolare percorso di formazione dedicato ai loro coetanei – commentano – Così facendo, non solo hanno modo di apprendere le basi della nostra lingua, garantendosi uno strumento essenziale alla socializzazione e all’integrazione nella comunità ospitante, ma si dedicano anche all’apprendimento di una professione che gli permetterà di entrare con adeguati fondamenti nel mondo del lavoro».
Un “incubatore sociale”
Il vero focus della missione che Inchiostro ha voluto cogliere sta proprio nella volontà di mettere a disposizione la propria “comunità educante” di coloro che, altrimenti, non troverebbero altri alleati in un mondo a loro completamente estraneo. «Siamo fortemente convinte che proprio attraverso percorsi virtuosi di formazione si possano evitare tanti spiacevoli eventi e incomprensioni che fanno dell’integrazione più un problema che una risorsa – concludono – Si scoprirebbe, come noi abbiamo imparato e come si conferma di giorno in giorno, una generazione di giovani volenterosi, desiderosi di vivere in pace e armonia con la comunità che ha preso la responsabilità di accoglierli. Formare per integrare, crescere per divenire protagonisti consapevoli del loro presente».
LB