In una delle solite mattinate di lavoro di oltre un ventennio fa Antonio Savoldi, membro della polizia stradale, in concomitanza delle prime luci della giornata arriva nei pressi dell’ennesimo, tragico, incidente. L’ufficiale non perde tempo a chiudere la carreggiata e poi si accorge delle pietose condizioni di uno dei due camionisti coinvolti, tanto da dubitarne francamente delle reali possibilità di sopravvivenza: il martoriato conducente è intrappolato in quel cumulo di lamiere e ingranaggi che fino a qualche istante prima lo rendevano orgoglioso, cruentemente perforato e lesionato in ogni dove e svuotato da una copiosa emorragia. Antonio, dopo aver dato un notevole contributo nei soccorsi, è costretto ad assentarsi e a lasciare l’arduo compito a un collega, senza nemmeno avere la possibilità di conoscere almeno l’identità di quell’uomo posto al confine fra la vita e la morte che si trova all’interno dell’abitacolo. Il suo nome, per la cronaca, è Mauro Bernardi, giovane ma esperto camionista bergamasco che ha fatto tesoro di un’infanzia travagliata e della militanza nell’esercito fino a costruirsi un’esistenza stabile e felice, almeno fino a quello sfortunato tamponamento avvenuto per una distrazione di proporzioni esigue. Fatto sta che Mauro non solo sopravvive (pur diventando disabile), ma inizia a girare scuole e oratori per raccontare la sua (ri)ascesa dalle ceneri, e il caso vuole che in uno di questi preziosi incontri si ritrovi al fianco di Antonio. I due, da quel giorno, sono diventati amici per la pelle e hanno unito le loro attività divulgative fino a fare tappa all’Istituto Grazio Cossali di Orzinuovi, con l’obiettivo di sensibilizzare le classi quarte, prossime al conseguimento della fatidica patente, non solo sulla sicurezza stradale, ma anche e soprattutto sul valore della vita.
È proprio questo l’aspetto fondamentale che ha costituito il cardine attorno il quale è ruotata totalità dell’incontro: le parole di Mauro e Antonio non sono state dei meri “state attenti quando guidate”, non si sono limitate a citare infauste statistiche facilmente reperibili tramite una veloce ricerca sul web, ma hanno riguardato la rinascita di un uomo sotto tutti i punti di vista. Mauro ha infatti riservato buona parte del proprio intervento alla riabilitazione postuma al suo passaggio in carrozzina, da cui è uscito ancora più forte grazie al cruciale aiuto di medici, specialisti del settore e della moglie Claudia, tenace e fedele nel non abbandonarlo mai, a dimostrazione di quanto la famiglia giochi un ruolo fondamentale nelle nostre vite. Inoltre, Mauro non è stato di certo privo di soddisfazioni in questi anni: oltre al progetto di sensibilizzazione portato avanti con l’amico Antonio, vale certamente la pena menzionare l’associazione di cui è vice-presidente, ovvero l’Associazione Enjoyski-sport onlus, che permette a svariati disabili di godersi lo sci. Nell’ultima parte dell’incontro è stato il poliziotto Antonio Savoldi a prendere la parola, raccontando la sua esperienza su quelle strade che per molti giovani ragazzi hanno rappresentato il capolinea dei loro sogni. Sull’ufficiale in questione ricade frequentemente il compito di intervenire sul luogo dell’incidente per poi, purtroppo nella maggior parte dei casi, annunciarne la morte di un giovane ai genitori nel bel mezzo della notte. Ricapitolando, la chiave delle due ore di sensibilizzazione e informazione di fronte agli studenti del Cossali, risiede proprio nei racconti di vissuto, di tragedie e successi personali, veramente in grado di fare breccia nell’animo degli alunni presenti. Tuttavia, i chiari limiti di spazio inerenti a questo articolo non rendono onore all’ammirevole lavoro di Mauro e Antonio, raccontato per filo e per segno nel loro libro intitolato “La strana coppia“, che potrebbe aprire un universo di possibilità a coloro che, privi ormai di speranza, pensano di non averne.
Lanfranco classe 4^A Liceo Scientifico