Se la storia è sempre in divenire poiché scoperte, approfondimenti, ricerche recano una maggiore conoscenza di fatti, luoghi e vicende del passato, a Montichiari si aggiunge ora un nuovo, importante tassello che va a concretizzare il sapere su un tema non a sufficienza studiato. Lo storico Valerio Isola, ingegnere meccanico in pensione, attivo dal 1964 nel giornale parrocchiale “La Vita Monteclarense”, già assessore e consigliere comunale e peraltro figlio di un medico di base, ha dato recentemente alle stampe “Montechiaro nell’Ottocento. La Sanità”, un ampio volume di 280 pagine in autopubblicazione che si presenta di notevole interesse e rende giustizia a quel vasto universo di professionisti, volontari, enti che a vario titolo operarono due secoli fa contribuendo a una sorta di rivoluzione in questo ambito. “Perché l’800 è stato così significativo nel mondo sanitario? Direi per vari motivi – dichiara Isola a Paese Mio – e in primo luogo poiché per la prima volta si dà vita a una campagna di vaccinazione, quella destinata a debellare il vaiolo. C’è poi da registrare la nascita del primo ospedale (ndr, l’edificio oggi ospitante la biblioteca, attivo tra il 1838 e il 1986 e dove si curarono, comprese le infermierie temporanee, oltre 4400 feriti della Seconda Guerra d’Indipendenza a fronte di 7500 abitanti) e in terzo luogo per l’instaurarsi del concetto di igiene e profilassi, fino ad allora pressoché sconosciute. Certamente lo sviluppo di un sistema sanitario si deve anche allo scatenarsi di malattie pandemiche come il vaiolo appunto, il tifo petecchiale, il colera, che si presentò in ben 4 occasioni, e la pellagra”. Nascono poi le professioni del settore, pensiamo ai veterinari “che – prosegue Isola – andarono a sostituire i maniscalchi, fino ad allora gli unici abilitati a curare gli animali”, le levatrici “in luogo delle comari, e con regolare percorso di studi compiuti presso l’ospedale di Santa Caterina alla Ruota a Milano” e i farmacisti “che sostituendo gli speziali garantirono un’adeguata preparazione non più solo nel campo della botanica bensì anche in quello della chimica”. Da non sottovalutare, infine, l’azione tesa a ridurre concretamente la mortalità infantile con i primi, evidenti successi. Tra le pagine tante sono le curiosità come le condotte mediche (quattro a metà del secolo) o le “crocerossine ante litteram”, vale a dire le donne che si dedicarono con impegno nel soccorso ai feriti del 1859 e per questo premiate dalla comunità o ancora l’attività dei flebotomi, i cosiddetti chirurghi minori, abilitati non da università bensì dai Provveditori della Sanità. Il libro dello storico monteclarense, corredato da immagini inedite, ha richiesto circa un anno di lavoro, ma l’idea iniziale risale a due lustri fa: gran parte del materiale ivi raccolto era già stato pubblicato in più puntate nella rubrica da lui tenuta sul mensile parrocchiale, frutto a sua volta di ricerche meticolose presso archivi e biblioteche. “Montechiaro nell’Ottocento. La Sanità” è reperibile presso la Parrocchia di Montichiari a cui sono state donate gran parte delle copie, un gesto che consentirà di finanziare opere e interventi di volta in volta individuati dall’abate. E all’orizzonte Isola ha già in programma un altro, ampio volume dedicato al contesto socio-economico di Montichiari nell’800, un ulteriore viaggio nel passato dell’antico e grosso borgo che dir potrebbesi città.
Federico Migliorati