Che cosa è “Si può fare band” e come nasce?
Per spiegare che cosa è la “Si può fare band” ci vorrebbe molto tempo. Si potrebbe dire che si tratta di un gruppo musicale composto da persone con disabilità, professionisti e insegnanti. In realtà la nostra band è anche molto altro ed è il prodotto dell’omonimo laboratorio musicale ideato dal sottoscritto (insegnante e musicista, ndr), che consiste in un’attività educativa guidata, rivolta principalmente a persone con disabilità. E’ come pensare ad una band fatta da una batteria scompostadove ogni musicista ha un tamburo o un piatto, un rullante oppure un set di batteria orchestrato ad hoc in modo da permettergli di esprimere il proprio talento e poi immaginatevi ancora un basso elettrico, una o due chitarre elettriche un cantante una corista una special Guest. Ad oggi abbiamo fatto oltre 100 concerti non solo in Lombardia ma anche in Emilia Romagna e in Toscana. Ci esibiamo in piazze, eventi istituzionali e privati e abbiamo collaborato con diverse realtà musicali come l’Orchestra Santa Cecilia di Gambara e Samantha Iorio, ex vocalist di Mario Biondi, Stefano Belisari in arte “Elio”, il coro Clapping Voices. Abbiamo un repertorio che spazia dai grandi classici, alla musica italiana ma anche internazionale.
Avete fatto un interessante tour estivo che è terminato con un appuntamento molto importante, quello al G7. Ce ne parla?
Il nostro tour estivo è iniziato a giugno con alcune scuole di primo e secondo grado ed ha toccato diverse province. Oltre al bresciano, ci siamo esibiti in provincia di Mantova, ad Asola e abbiamo fatto un campo estivo all’isola d’Elba. Da diversi anni trascorriamo un periodo di vacanza in una struttura di questa magnifica isola di cui ci siamo innamorati. E’ qui che, tempo fa, è nato un progetto musicale che è partito nel 2022 con un concerto nella piazza di Porto Azzurro e si è riproposto l’anno successivo. Il tour dell’isola d’Elba è stato preceduto da un video messaggio del ministro Alessandro Locatelli. Quest’anno abbiamo calcato i palchi, oltre che di Porto Azzurro, anche di Capoliveri e Marciana Marina. In totale hanno partecipato 3 mila persone. A Firenze, poi, abbiamo ricevuto dai consiglieri regionali Marco Landi e Antonio Mazeo l’onorificenza della bandiera Toscana. Al G7 di Assisi la “Si può fare band” ha accolto dodici delegazioni ministeriali da tutto il mondo suonando l’inno nazionale e una serie di brani classici. I ragazzi, quindi, si sono preparati con la precisione e il rigore di un genere come il classico. E’ stato un grande successo e una grande soddisfazione. C’è stato un importante coinvolgimento emotivo da parte delle famiglie che ci sostengono e ci seguono sempre e ovunque. Inoltre, possiamo dire di essere testimoni della storia perchè questo è stato il primo G7 a tema di inclusione e della disabilità. Ricordiamo che l’inclusione non è un servizio ma un’esperienza. Abbiamo circa 50 persone che si uniscono alla band e sono i famigliari che danno grande valore a questo progetto. Preciso che i famigliari non pagano un euro per le lezioni di musica perché la finalità di questo progetto è la crescita dei ragazzi e di ciascuno di noi. La band viene sostenuto da diversi enti e con i proventi dei concerti copriamo qualche spesa.
Siete sempre pronti ad accogliere nuovi membri?
Possiamo definirci davvero una grande famiglia, sempre in crescita e sempre pronta ad accogliere nuovi membri. Abbiamo sempre tante richieste di inserimento di nuovi ragazzi e per noi, questo, è motivo di grande orgoglio.
I genitori dei membri della band ci sostengono e ci spingono a fare sempre meglio e a tenere alto il livello. Ci piacerebbe trovare dei fondi per poter assumere all’interno dell’ente persone che ci aiutino in diversi ambiti.
Quali i progetti futuri?
In questi giorni ho già fatto parecchie telefonate a New York perché questa è la nostra prossima meta. Vogliamo andare negli Stati Uniti a portare il nostro messaggio di inclusione, lo stesso messaggio che continueremo a portare nei nostri territori.
Quale è la forza di questo gruppo?
E’ la capacità di crescere ogni giorno, di migliorare e di fare squadra. Per tanti membri della band questa rappresenta l’esperienza più importante della loro vita e lo è anche della mia. I risultati del nostro cammino sono sotto gli occhi di tutti. I ragazzi migliorano le loro capacità relazionali, artistiche, cognitive e la depressione scompare. Le famiglie tornano a vivere. Una grande soddisfazione per tutti.
Barbara Appiani