Il 20 settembre scorso, si è celebrata la giornata mondiale di sensibilizzazione sulla malattia di Alzheimer. Un’occasione, ogni anno, per fare il punto della situazione su numeri, ricerche scientifiche e su come affrontare una patologia altamente impattante per il paziente e per tutto il nucleo famigliare. Quella delle demenze è una vera e propria emergenza sociale e una priorità di sanità pubblica. Nel mondo sono 55 milioni le persone coinvolte, 2 milioni solo in Italia. Si calcola che il numero di malati di queste patologie sia 1 milione e 100 mila con demenza e 900 mila con un disturbo cognitivo lieve. Oltre al malato, però, bisogna considerare anche le famiglie e i caregivers che vivono questa situazione: i numeri, quindi, crescono in maniera vertiginosa arrivando a un totale di 4 milioni di persone coinvolte. Anche le proiezioni future sono allarmanti, infatti, nel 2050 si stima che i casi saranno triplicati in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita. Va, inoltre, considerato che l’Alzheimer non colpisce solo le persone in età avanzata, perché esistono casistiche di malattia precoce tra soggetti di età compresa fra i 30 e i 60 anni. Airalzh Onlus, Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, ha deciso di lanciare la campagna di sensibilizzazione a seguito di un’indagine – realizzata per conto dell’Associazione stessa da Walden Lab di Paolo Anselmi – sulla percezione della malattia di Alzheimer nella popolazione italiana. E’ emerso che, nonostante il 49% della popolazione sia preoccupata che la malattia possa in futuro riguardarla personalmente o colpire una delle persone care, solo 1 italiano su 10, si dichiara “molto informato” su questa patologia, la maggior parte della popolazione si è detta interessata a conoscerla maggiormente. In particolare, tra i dati di maggiore interesse dell’indagine, andando ad analizzare i fattori di rischio, è risultato che solo poco più di 3 italiani su 10 considerano lo stile di vita sano utile per prevenire l’insorgenza della malattia. Per questo motivo Airalzh ha deciso di lanciare una campagna di sensibilizzazione sugli stili di vita che si prefigge di offrire degli strumenti di informazione ad hoc, ovvero dei quaderni divulgativi scaricabili dal sito www.prevenzione.airalzh.it per seguire uno stile di vita sano, con particolare riferimento all’importanza dell’esercizio fisico, di una dieta equilibrata e di una buona qualità del sonno. Scritti in modo semplice e immediato, i quaderni divulgativi basati sulle più recenti indagini scientifiche hanno l’obiettivo di sensibilizzarel’intera cittadinanza sui corretti stili di vita per la prevenzione delle demenze.  “La prevenzione, primaria e secondaria, è un dovere”, ha dichiarato il Prof. Sandro Sorbi, Past President Airalzh e Dir. Neurologia I presso l’Az. Osp. Univ. ‘Careggi’ di Firenze. “Abbiamo necessità di indicare alla popolazione l’importanza di adottare alcuni accorgimenti sugli stili di vita come per esempio: l’attività fisica, l’alimentazione, il sonno ma anche la stimolazione cognitiva e l’importanza delle relazioni. L’Organizzazione Mondiale di Sanità, a tal riguardo ha recentemente pubblicato un documento (*) che indica 12 raccomandazioni di interventi possibili su condizioni mediche che predispongono alla demenza ed al declino cognitivo e che devono essere prevenute e curate”. Si suggerisce – continua il Prof. Sorbi – come alcuni stili di vita come ad esempio l’abitudine al fumo, il consumo eccessivo di alcol, un’alimentazione non equilibrata, o il controllo di alcune malattie – quali l’ipertensione, diabete, obesità, depressione, ipercolesterolemia – possano essere implicati nell’insorgenza della demenza e, in generale, del decadimento cognitivo. Dunque, dal punto di vista di una reale ed efficace risposta di sanità pubblica, per una patologia come la demenza – che è ancora una condizione senza cura anche se è possibile rallentare la progressione della patologia – non solo sono fondamentali la diagnosi precoce, il trattamento e il supporto, ma anche le strategie di riduzione del rischio, come appunto il perseguimento di uno stile di vita salutare” conclude Sorbi. Anche Manerbio, lo scorso 20 settembre, ha dedicato un convegno relativo a queste patologie. Al Piccolo Teatro Memo Bortolozzi, l’amministrazione comunale e l’assessorato ai servizi sociali ha organizzato l’incontro dal titolo “Vivere la demenza oltre la diagnosi”. Il dottor Fabrizio Bonera ha introdotto il tema e presentato i dati delle demenze: 77% malattia di Alzheimer, 18% demenza vascolare, 26% demenza di Lewy, 13% sclerosi ippocampale e 5% demenza frontotemporale. La parola è passata poi a Lidia Tomaselli, esperta in ambito geriatrico, che ha descritto i sintomi comportamentali che si evidenziano quando una persona soffre di demenza. Non vi è solo la perdita delle funzioni cognitive, ma vi sono anche sintomi comportamentali che rendono più complessa la gestione del malato. La conclusione della serata, infine, è stata affidata all’infermiere coordinatore Fabio Maranesi, che ha raccontato come l’ASST del Garda possa rappresentare un esempio virtuoso di integrazione territoriale, poichè offre una gamma completa di servizi per la gestione delle persone con demenza. Sul territorio si trovano servizi di erogazione diretta, come il Centro Disturbi Cognitivi e Demenze per la diagnosi e il trattamento, il Servizio Infermiere di Famiglia e Comunità per la presa in carico dei nuclei familiari, il Servizio C-Dom per la gestione delle condizioni post-acute. Inoltre, l’ASST fornisce servizi di erogazione indiretta quali l’inserimento nella Lista Unica Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA), la gestione delle misure di sostegno economico, come la Misura B1, i progetti con voucher sociosanitari e offre supporto informativo sui servizi erogati da privati accreditati, come il programma RSA Aperta. Il sindaco di Manerbio Paolo Vittorielli e l’assessore ai servizi sociali Marilena Guindani hanno espresso soddisfazione per l’interessante serata con relatori qualificati ed esperti delle tematiche trattate, e ringraziano l’Ordine delle Professioni Infermieristiche (Opi) e all’ASST del Garda, oltre a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita dell’iniziativa.

Barbara Appiani