Da qualche tempo è nato un gruppo di cittadini attivi chiamato “Conoscere e partecipare” di cui lei è il promotore e referente. Quali sono gli obiettivi di questo gruppo?

Il gruppo si è formato più di un anno fa con la finalità di realizzare una rete tra i cittadini per dialogare sui temi importanti per il nostro territorio. Subito ci siamo trovati ad affrontare il caso Finchimica. I temi ambientali sono centrali e, quindi, abbiamo cercato di informare e promuovere azioni per far comprendere la gravità della contaminazione in atto. Una rete di persone sensibili che vuole portare una discussione costruttiva, con l’obiettivo di stimolare la partecipazione. Oggi contiamo su più di cento cittadini attivi tra Manerbio e paesi attigui.


Conoscere e Partecipare sta lavorando su più fronti. Il gruppo non si occupa solo di ambiente, è corretto?

Esattamente! In effetti Conoscere & Partecipare sta lavorando sul tema della pace, promuovendo insieme a diverse realtà associative della zona, il “Coordinamento Cittadini per la Pace – Ambito 9 – Pianura bresciana” ritenendo fondamentale affrontare un argomento di attualità che riguarda tutti, per le forti preoccupazioni generate dei 59 conflitti oggi in corso. La pace è strettamente legata ai temi ambientali, ai cambiamenti climatici che generano povertà e quindi migrazioni. Non possiamo parlare di pace se non parliamo di ecologia.


Ci sono novità sul caso Finchimica?

Siamo stati invitati ad un’audizione della Commissione VI di Regione Lombardia per parlare di Finchimica, come gruppo di cittadini che ha seguito con attenzione e competenza l’argomento. La Provincia ha revocato l’autorizzazione per l’impianto AM29 all’azienda ma siamo preoccupati per i tempi della bonifica e in Regione abbiamo riportato l’urgenza di informazioni sulla bonifica da attuare e sull’estensione dell’inquinamento nella falda freatica. Non si vuole rischiare che il tempo cancelli la memoria del danno ambientale riscontrato, la risorsa idrica va tutelata cosi come la salute dei cittadini e per questo noi continueremo nella nostra azione, per informare e promuovere la conoscenza.


Recentemente avete lavorato anche ad un altro importante progetto, quale?

Vorrei raffigurare l’importanza della creazione del “Laboratorio fiume Mella”, una rete interassociativa che coinvolge i comuni di Castel Mella, Azzano Mella, Capriano del Colle, Dello, Offlaga, Manerbio, Leno, Pavone del Mella, Cigole, Milzano, Pralboino, Seniga. Abbiamo già incontrato molte amministrazioni per parlare del progetto di “corridoio verde” sull’asse del fiume e che possa dare la possibilità di fruire delle meraviglie naturalistiche del paesaggio fluviale. In collaborazione con la Provincia stiamo lavorando con la promozione del “contratto di Fiume”. Il seminario organizzato dal Laboratorio, patrocinato dal Comune di Manerbio, dall’associazione Comuni delle Terre Basse e da tutte le realtà associative che lo compongono, è stato un successo, anche grazie alla riscoperta di temi storici, ben rappresentati dall’architetto Michelangelo Tiefenthaler, che con l’aiuto della professoressa Gabriella Bodini, compone il gruppo di ricerca. Per il “corridoio verde”, oltre a dottori forestali e tecnici, hanno partecipato l’Ing. Paolo Ungaro e Gabriele Pellegrini mostrando un progetto di “greenway” e di ripristino della biodiversità. Vorrei evidenziare l’importanza della squadra di lavoro che si è creata, formata da un capitale umano di altissimo profilo, per la promozione del territorio. Basta poco, anzi pochissimo, per arrivare ad un reale collegamento che da sud di Brescia possa arrivare fino ad Ostiano, tramite una ciclopedonale mista sul nostro fiume, collegabile poi alla ciclabile dell’Oglio e alla Brescia – Cremona, con Manerbio al centro. Un percorso in gran parte già tracciato che potrebbe a breve diventare realtà se supportato dalle amministrazioni.


Ci sono altre novità per Manerbio?

Ormai è notizia già nota, la creazione di un bosco di comunità (Bosco Demos) lungo la strada per Offlaga. Operazione resa possibile grazie alla Cooperativa Solidarietà manerbiese e sostenuta da diverse realtà locali come Legambiente valle dell’Oglio, Uisp, Assoverde, Acli Manerbio, Conoscere & Partecipare e Slow food Terre acque Bresciane. Una bella notizia per la città e per i nostri figli, che potranno, tra qualche anno, usufruire della funzione vitale degli alberi e del suolo che verrà riportato alla sua naturalità. Un grande impegno e un grande risultato: oggi la cittadinanza richiede nuove visioni di paesaggio e bellezza, per contrastare il cemento imperante nella Bassa.

Lei fa parte anche del circolo di Legambiente?

Sono del direttivo del circolo Legambiente da 2 anni, abbiamo fatto molto, soprattutto in termini di educazione ambientale, con le scuole della provincia e tramite eventi partecipati. L’educazione dei ragazzi è il primo passo per ricreare un’etica e immaginare un futuro diverso. Un tema cardine è quello della qualità dell’aria. Sappiamo che la pianura bresciana è tra i posti più inquinati d’Europa e nella classifica 2023 Manerbio si trovava al primo posto di questa triste classifica provinciale. Il circolo Legambiente Valle dell’Oglio ha deciso di acquistare uno strumento tecnico per il monitoraggio del particolato (centralina PM10 e PM2,5) presente nell’aria che respiriamo. Uno strumento che ci permetterà di accedere a dati puntuali e non basati su statistiche ed algoritmi come ora previsto dall’agenzia regionale. Nei prossimi mesi daremo il via alle rilevazioni nei vari Comuni della Bassa Bresciana.


Il suo impegno per le problematiche e questioni che affliggono Manerbio ha finalità politiche?

Grazie per la domanda. In molti mi hanno posto il quesito nell’ultimo periodo, per questo vorrei chiarire i miei obiettivi. Oggi non ha senso parlare di temi locali, riferiti al singolo paese, dobbiamo ambire ad una prospettiva territoriale. Voglio continuare ad occuparmi di ambiente, di alimentazione, consumo di suolo e di educazione ambientale come faccio da tempo, questo è l’unico modo che conosco per dare un piccolo contributo alla mia città.

Barbara Appiani