Prof.ssa Emilguerri, che Istituto trova al suo arrivo? 

Al mio arrivo, l’Istituto di Istruzione Superiore “Gigli” si presenta come una realtà scolastica articolata, con una molteplicità di indirizzi formativi che rispondono a diverse esigenze educative. La presenza di più indirizzi, liceali e professionali, testimonia un’offerta formativa variegata, in grado di fornire agli studenti competenze sia per l’accesso al mondo del lavoro sia per la prosecuzione degli studi universitari. Il corpo docente appare composto da insegnanti esperti, motivati e orientati all’innovazione didattica, con un forte impegno nella promozione del successo formativo degli studenti. Anche il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) svolge un ruolo cruciale nel garantire l’efficienza della scuola e nel sostenere l’organizzazione quotidiana. 

L’istituto si distingue per un clima relazionale positivo, fondato su dialogo e collaborazione tra tutte le componenti della comunità scolastica: lo si respira nell’aria entrando, lo si vede negli sguardi, lo si coglie fermandosi a dialogare con alunni, docenti, personale ATA.  

Penso che l’immagine che sintetizza al meglio questo senso di appartenenza alla comunità del GIGLI siano proprio quei soffioni dipinti sulle pareti dei corridoi della scuola.  I soffioni, con la loro forma delicata e leggera, sembrano quasi fluttuare sospesi nello spazio e nel tempo. Nonostante la loro apparente fragilità, i soffioni sono straordinariamente resistenti. Basta un tocco d’aria per far volare le spore, che si librano verso l’alto, si diffondono nel cielo e si spargono ovunque, portando con sé la promessa di nuova vita e di rigenerazione.  Come le spore che viaggiano nel vento e trovano nuove terre in cui radicarsi, le idee e le competenze che si sviluppano all’interno della scuola si diffondono nel mondo, portando frutto nel futuro di ogni alunno. Proprio in questa apparente delicatezza risiede una grande forza: la capacità di trasmettere conoscenza, valori e competenze.

Come deve essere un buon dirigente scolastico secondo Lei? 

Un buon dirigente scolastico deve essere capace di coniugare competenze gestionali e leadership educativa con empatia, visione strategica e capacità di innovazione. Caratteristiche fondamentali di un dirigente, a maggior ragione se reggente come nel mio caso al Gigli, credo siano l’agilità nell’adattarsi a contesti diversi, insieme alla capacità di costruire velocemente relazioni e prendere decisioni efficaci, valorizzando le risorse esistenti e portando avanti progetti educativi coerenti con la missione della scuola. Non so se sarò tutto questo per il Gigli; ci provo con impegno.

Quali sono stati i suoi “maestri” e i suoi punti di riferimento?

Ho avuto il privilegio di avere tanti buoni maestri, divenuti per me punti di riferimento e modelli di comportamento. Partirei dai miei genitori, entrambi maestri di scuola elementare, da cui ho ereditato l’amore per la scuola. Nel mio percorso scolastico ho incontrato tanti docenti che mi hanno stimolata nella scoperta di nuovi saperi ed orientata a scegliere l’insegnamento come percorso professionale: da loro ho imparato ad accettare i miei limiti e a guardare con fiducia al futuro. La decisione di assumere il ruolo di dirigente scolastico la devo invece al Preside che ho avuto la fortuna di incontrare negli anni in cui insegnavo inglese alla scuola secondaria di primo grado. A dire il vero ho disatteso la sua raccomandazione di non intraprendere questo ruolo così impegnativo. Non so se la mia decisione, ispirata dal desiderio di mettere al servizio della scuola la mia passione educativa, è stata saggia. Spero lo sia stata, lo verificherò nei giorni, mesi e anni di scuola che ancora vivrò.               

Nei suoi anni di insegnamento e di dirigenza che rapporto ha avuto con i ragazzi? 

Ogni mattina, quando entro a scuola, mi fermo a guardare gli alunni e le alunne che accogliamo nelle nostre aule. Mi piace scambiare con loro il buongiorno, sentire le loro voci allegre, osservarli mentre ridono e scherzano, cercare di scorgere dalle espressioni del viso i loro stati d’animo. Osservandoli ritrovo sempre un po’ di me stessa. 

La cifra distintiva del mio rapporto con i tanti bambini/e e ragazzi/e che ho incontrato è proprio questo ritrovarsi reciproco. Da loro ho ricevuto molto più di quanto non sia riuscita a dare.

Progetti, sogni, idee in cantiere per il futuro del Gigli?  

L’Istituto GIGLI ha progetti, sogni, idee che ora sono divenuti anche miei; assumo il compito di guidare docenti e personale a realizzare un’offerta formativa coerente con i bisogni educativi dei ragazzi. Il futuro del GIGLI parte dal presente che sto scoprendo in questi giorni ed è fatto di apprendimento di conoscenze necessarie per affrontare sfide complesse, di apertura al territorio e valorizzazione della cultura locale, di scoperta di lingue e culture diverse, di esperienze laboratoriali e innovazione didattica, di studio, ricerca ed approfondimento. Un cantiere aperto che ci vede tutti impegnati in un compito comune: crescere.   

Un saluto e un consiglio ai suoi studenti? 

Tornerei all’immagine iniziale dei soffioni per un saluto ed un consiglio ai ragazzi: cercate nei vostri insegnanti, negli educatori, nel personale scolastico ed anche in me quel soffio che vi possa aiutare a far maturare le vostre spore. Disperdetele in direzioni diverse portando con voi il seme del sapere che ogni giorno, insieme, coltiviamo a scuola.

Mauro Ferrari