Gli alunni delle Secondarie di Primo Grado degli istituti comprensivi IC1 e IC2 si sono riuniti sabato 21 settembre per presenziare nella frazione Trivellini alla consueta commemorazione a ricordo dei morti del mitragliamento del tram Carpenedolo – Brescia avvenuta il 15 settembre del 1944 e che costò la vita a 17 persone.  Una settantina di ragazzi, tutti frequentanti le classi terze, accompagnati dalle rispettive docenti, dalle ore 9.30 hanno preso parte attiva alla cerimonia presenziata dalle associazioni combattentistiche e d’Arma; dalle Forze dell’Ordine; dai Sindaci di Montichiari, Marco Togni, e di Carpenedolo, Luca Franzoni; da Monsignor Abate Cesare Cancarini, dagli assessori Martina Varone e Davide Tiraboschi, dai rappresentanti dell’associazione Nastro Azzurro e dell’associazione “Vittorio Pezzaioli”. Presente alla cerimonia anche Ferdinando Luciani, ultimo dei sopravvissuti dell’eccidio, che all’epoca aveva poco più di due anni e il cui fratello Lorenzo per primo ingenuamente diede l’allarme dell’attacco urlando «Mamma guarda gli aerei».  Dopo l’Inno d’Italia, l’alzabandiera e l’intonazione del Silenzio, i Sindaci e le autorità hanno deposto una corona di alloro sul monumento ai Caduti, simbolo che Monsignor Abate ha benedetto sottolineato l’importanza del ricordo nelle giovani generazioni per consolidare una coscienza civica che allontani le guerre e consolidi un clima di pace. L’importanza della presenza delle scuole, affinché i più giovani comprendano che questi avvenimenti così gravi possono avvenire anche vicino a noi, è stata sottolineata anche dal Sindaco Togni che ha poi ha letto ai ragazzi presenti alcuni passaggi dal brano “Il mio nome è mai più”, singolo realizzato dai cantautori Ligabue, Jovanotti e Pelù nel 1999 come inno contro ogni guerra nel mondo. Anche due alunni della 3D dell’IC2 Rita Levi Montalcini, Safaa Mouhine e Shehrajveer Singh, hanno voluto esprimere un loro pensiero sull’accaduto storico: «Dopo aver studiato questo triste episodio – hanno letto a chiusura della cerimonia – ci siamo resi conto di quanto la guerra non sia qualcosa di lontano da noi ma una realtà concreta che può colpirci all’improvviso anche nei posti dove ci sentiamo al sicuro. Essere qui a ricordarlo è importante per crescere con la consapevolezza che la memoria aiuti a non commettere gli stessi errori e a coltivare la pace anche per tutti coloro a cui non è stato permesso di farlo»

Marzia Borzi