Le Olimpiadi che si sono svolte lo scorso mese di agosto a Parigi e, in particolare, i risultati conquistati dall’Italia su pista (ma non solo), hanno confermato il prestigio e l’importanza di un impianto come il velodromo di Montichiari. Una struttura che in anni non certo lontani ha dovuto fare i conti con gravi problemi (dalle infiltrazioni d’acqua nella copertura a tutti quegli intoppi che hanno imposto una prolungata chiusura), ma che, nello stesso tempo, continua a ribadire quanto sia prezioso il suo utilizzo sia per il ciclismo su pista che per mantenere ai vertici il movimento azzurro di questa disciplina. Un’opportunità che, a dire il vero, si spinge al di là dei nostri confini nazionali, come conferma la storia del francese Benjamin Thomas, che alle Olimpiadi disputate in terra transalpina ha vinto la medaglia d’oro nell’Omnium. L’atleta nato a Lavaur, che tra pochi giorni compirà ventinove anni, riesce a cogliere eccellenti risultati sia su strada che su pista, ma ha fatto di quest’ultima specialità un suo preciso punto di riferimento come conferma la decisione di trasferirsi in terra bresciana (a Calvagese, per la precisione) per sfruttare la vicinanza con il velodromo di Montichiari e portare avanti quella preparazione che gli ha permesso di impreziosire un palmares di assoluto prestigio che, a questo punto, pone in grande evidenza cinque medaglie d’oro e cinque d’argento ai Mondiali su pista, un titolo europeo su strada e una medaglia d’oro e una di bronzo alle Olimpiadi, senza dimenticare i nove ori, i due argenti e i quattro bronzi “collezionati” agli Europei su pista. Statistiche che testimonia meglio di mille parole la caratura di Thomas e danno ancora più rilievo allo speciale rapporto da lui instaurato con il velodromo di Montichiari, dove svolge i propri allenamenti spesso in compagnia della fidanzata Martina Alzini, a sua volta ciclista su strada e su pista, disciplina, quest’ultima, nella quale ha ottenuto risultati di indubbio rilievo come confermano la medaglia d’oro conquistata con l’Italia ai Mondiali del 2022 e le vittorie, sempre con la squadra azzurra, agli Europei su pista del 2017, del 2018 e del 2019. Due grandi pistards, senza alcun dubbio, e se, oltre a tutti gli atleti che giorno per giorno si ritrovano per svolgere le loro sedute proprio a Montichiari, due campioni di questo genere, al di là della loro personale storia d’amore, hanno deciso di fare del velodromo monteclarense l’impianto per i loro allenamenti, è facile capire come una struttura di questa caratura non solo meriti di essere considerata un prestigioso fiore all’occhiello per tutta la comunità, ma richieda pure la massima cura e tutte le attenzioni necessarie per rimanere costantemente ai vertici di questo sport a livello nazionale ed internazionale.
Luca Marinoni