Gli sportivi bresciani possono guardare con orgoglio e soddisfazione ad una verità, che anno dopo anno, si sta mostrando sempre di più come una verità indubitabile. La capitale del rugby è infatti nella nostra provincia e la piccola, grande realtà di Calvisano può essere considerata il punto di riferimento per la palla ovale.
Una considerazione che trova conferme in diverse ragioni e che nelle scorse settimane ha ricevuto ulteriore slancio dalla brillante conquista del settimo scudetto della squadra giallonera.
Una superiorità che non ha lasciato scampo a nessuna delle rivali incontrate durante la stagione sul proprio cammino.
Tutte hanno dovuto arrendersi, fino al quotato Rovigo, uscito nettamente sconfitto da una finale scudetto che ha cominciato ben presto a parlare il dialetto bresciano (ed ha premiato nel migliore dei modi l’eccezionale crescendo di capitan Alberto Chiesa e compagni che dopo alcune difficoltà iniziali hanno vinto la Continental Shield, hanno terminato la regular season al primo posto e hanno fatto loro lo scudetto numero sette).
C’è però un aspetto specifico che rende ancora più eccezionali i trionfi che il Calvisano sta collezionando in questi anni.
In effetti al termine di ogni stagione la squadra viene cambiata in modo profondo. La voglia di lasciar volare in alto alcuni giocatori da una parte e il desiderio di trovare nuovi giovani talenti dall’altra, fanno in modo che di volta in volta l’organico che si presenta ai nastri di partenza sia notevolmente diverso rispetto a quello che ha concluso da poche settimane il torneo precedente.
E’ in questa osservazione che si possono individuare le grandi capacità che guidano il sodalizio giallonero, abilissimo non solo ad individuare i giovani più promettenti e a puntare con coraggio su di loro, ma capace anche di trasformare ogni volta un manipolo di atleti di belle speranze in una squadra unita, compatta e motivata.
Il segreto dei tanti successi che hanno fatto conoscere in tutto il mondo la bella favola della “piccola” Calvisano sta proprio qui e questo sarà il punto di riferimento che condurrà la squadra, allenata per il quinto anno consecutivo dal confermato Massimo Brunello (che in queste quattro stagioni bassaiole ha sempre condotto la sua compagine alla finale scudetto), ai nastri di partenza del nuovo torneo mettendo in bella mostra l’ambito scudetto tricolore che è stato cucito sulle maglie giallonere e che un Kawasaki Calvisano ancora una volta “nuovo di zecca” cercherà di difendere sino in fondo per confermare sempre di più che la capitale del rugby si trova in provincia di Brescia.
Luca Marinoni