Durante lo scorso anno scolastico il Gardaforum, in collaborazione con la nostra scuola, ha ospitato due incontri che sicuramente entreranno nella storia del nostro Istituto con due personaggi altrettanto importanti: il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, e la scrittrice del libro “La resistenza delle donne”, la dott.ssa Benedetta Tobagi.
Durante il primo incontro abbiamo avuto l’onore di avere tra noi Maurizio De Lucia, procuratore capo di Palermo, nonché supervisore diretto e persona chiave nella cattura del boss mafioso Matteo Messina Denaro.
Prima di entrare nel vivo dell’incontro, sono intervenuti la Dirigente Scolastica Claudia Covri e i rappresentanti Matteo Lanfredi e Rania Ouertani, che hanno rinnovato i loro più sentiti ringraziamenti per l’opportunità di avere una persona di tale rilevanza nel nostro Istituto e hanno ricordato l’importanza dell’educazione alla legalità come arma per contrastare la mafia e le attività illegali ad essa correlate.
La modalità dell’evento era la seguente: ad alcuni studenti precedentemente scelti tra le classi partecipanti sono state affidate delle domande da rivolgere al procuratore, divise in tre nuclei tematici. Il primo riguardava la cattura di Messina Denaro nello specifico, il secondo si occupava del fenomeno mafioso a livello generale, e infine il terzo fungeva anche da orientamento per i giovani studenti, dato che trattava della carriera professionale di De Lucia.
Essendo che riveste un ruolo importante nella lotta alla mafia, è attualmente sotto scorta e per questo non esce frequentemente dalla propria abitazione, se non per dirigersi in Procura.
Di fatti, si è dimostrato particolarmente interessato alla letteratura, dato che la lettura è una delle sue attività preferite “del tanto tempo libero” che ha, in quanto nelle eloquenti risposte date, ha fatto riferimenti da non sottovalutare a libri che ,successivamente, ha consigliato agli studenti: “Cose di Cosa Nostra” di Falcone, “Il giorno della civetta” di Sciascia e “Il cigno” di Vassalli.
Non sono tre libri consigliati casualmente: questi suggerimenti di lettura riflettono l’opinione che ha De Lucia nei confronti del ruolo della cultura nella lotta alla mafia.
Come più volte ha ribadito durante l’incontro, è di fondamentale importanza che l’educazione alla legalità si affermi come appuntamento fisso nelle classi, affinché cresca in noi quella consapevolezza e quel senso di giustizia che deve contraddistinguere la nostra generazione e quelle future.
Ovviamente è un processo che non si ferma tra le mura scolastiche, continua anche al di fuori, consultando giornali, informandosi degli ultimi fatti di cronaca, dando la nostra opinione, leggendo e acculturandoci sempre di più, perché “La cultura è l’unica arma di riscatto, perché la malavita non è figlia della miseria ma dell’ignoranza”.
Il modo di coinvolgere i giovani studenti con un pizzico di ironia e leggerezza per avvicinare loro in modo diretto ad un tema così serio è stata la novità di questo incontro ed è anche ciò che ha mantenuto viva l’attenzione degli ascoltatori, rendendo questo incontro un ricordo indelebile nei cuori di studenti e professori lì presenti.
Il secondo incontro ha visto come ospite Benedetta Tobagi, autrice del libro “La resistenza delle donne”, testo vincitore del Premio Campiello. in un incontro che si può definire innovativo, in quanto non solo è stato gestito interamente da un gruppo di studenti che si sono suddivisi i testi da leggere, le domande da porre e la gestione delle persone nei vari spazi della sala, ma anche perché è iniziato con la scrittrice che ha spezzato l’aurea di serietà ,datagli dal posto sul palco, scendendo tra gli alunni.
Avvicinandosi fisicamente ai piedi del palco con gli studenti intervistatori, si è avvicinata anche moralmente agli studenti ascoltatori, coinvolgendoli in un argomento sulla quale gravano luci e ombre: la Resistenza italiana dal punto di vista delle “staffette”, donne di età compresa tra i 16 e i 18 anni il cui compito era far arrivare le comunicazioni ai partigiani da una brigata all’altra, spostandosi per chilometri e chilometri con la loro bicicletta, a piedi, talvolta in corriera e in camion, pigiate in un treno insieme al bestiame, per portare notizie, trasportare armi e munizioni, sotto la pioggia e il vento, tra i bombardamenti e i mitragliamenti, rischiando in ogni momento di essere colte sul fatto ai posti di blocco nazifascisti.
L’incontro è stato strutturato in modo simile a quello con De Lucia, ma i tre nuclei tematici di domande sono stati intervallati dalla lettura da parte di due studentesse di estratti del libro.
Il primo nucleo riguardava il tema della scelta ,spaziando tra il libro e la società odierna, il secondo si occupava dei temi principali del libro e ,infine, il terzo trattava della formazione della scrittrice.
Spaziando tra questi, la Tobagi ha trattato gli aspetti positivi della Resistenza, come la nascita di storie d’amore tra staffette e partigiani, la scelta di quelle donne che avevano ,sì, la seconda elementare ma hanno deciso fermamente di rischiare in nome della libertà, le storie di donne disvelate e fatte conoscere tramite i vari capitoli del libro; ma ha discusso anche gli lati negativi, come le violenze fisiche e verbali subite dalle staffette in quanto donne e i traumi che nascevano da queste brutalità che dovevano patire, della quale non riuscivano più a parlare.
Ciò che ha colpito è la resilienza di queste donne che ,del loro dolore, ne facevano la loro unica forza.
Gli ideali trasmessi da questi due incontri si possono riassumere con una frase di Robert Kennedy: “Ogni volta che un uomo difende un ideale, agisce per migliorare il destino degli altri, o lotta contro un’ingiustizia, trasmette una piccola onda di speranza.”
Perché ogni qual volta che stiamo in silenzio e non difendiamo le nostre idee con tutte le nostre forze o non siamo disposti a morire per ciò in cui crediamo, prendiamo parte alla società odierna malata, oppressiva e piena d’odio. Il barlume di speranza è rappresentato da noi giovani, che restiamo fermi sui nostri ideali di libertà e ribellione verso un futuro che finalmente ci possa rappresentare.
Sara Picetti