Un numeroso e attento pubblico ha partecipato ieri, lunedì 20 maggio, all’evento organizzato dal Rotary Club Brescia Sud Est Montichiari in un noto ristorante locale su di un tema importantissimo: “Il Dna come prova regina, possibilità e limiti”. Relatore d’eccezione della serata il Generale Luciano Garofano, il biologo forense noto per aver comandato dal 1995 al 2009 uno dei reparti di investigazioni scientifiche più noti al mondo: i RIS di Parma e per essersi occupato di alcuni fra i casi fra i più noti della cronaca nera italiana dalla strage di Capaci, al serial killer Donato Bilancia, alla strage di Erba, a quella di Novi Ligure fino ai delitti di Garlasco e di Cogne. Il celebre Generale, ormai molto noto anche come personaggio televisivo per la partecipazione alla trasmissione Quarto Grado, dopo essere stato presentato dal Presidente del Rotary Luigi Scalmana e introdotto dalla dottoressa Nicoletta Cerri, medico legale che per lungo tempo ha collaborato con lui alle indagini scientifiche, ha ammaliato gli oltre 120 soci e ospiti presenti esponendo con parole semplici un tema complesso e delicato come quello dell’utilizzo del Dna per rivelare la presenza di un soggetto sulla scena di un crimine. «Tutto quello che io ho fatto – ha sottolineato Garofano – l’ho fatto perché avevo il dovere di farlo e perché l’Arma dei Carabinieri mi ha permesso di farlo. Avevo capito che bisognava fare sposare due mondi: quello dell’Arma dei Carabinieri e quello della Scienza, cioè far crescere un settore scientifico in un ambito prettamente militare. E ho avuto collaboratori che insieme a me hanno condiviso un progetto: 15 persone con una casistica di 400 casi l’anno. Ora il RIS conta più di 300 persone che si occupano di 10/15 mila casi all’anno». Garofano ha sottolineato come, partito dagli studi di Locard e dalla frase “Ogni contatto lascia una traccia”, sia arrivato a stabilire che le scienze forensi possono dare una risposta all’invisibile e quanto sia impossibile che un criminale agisca senza lasciare dietro di sé una traccia. Non ha mancato di chiarire quanto la forza del Dna abbia, però, anche dei limiti e richieda una serie di strategie importanti all’interno stesso dei laboratori accreditati affinché sia garantito che nessun errore venga compiuto. Errori che possono accadere ma che sono spesso preceduti da altre criticità quali il primo accesso scomposto sulla scena del crimine, la preservazione delle tracce, la raccolta di acquisizioni testimoniali. A chiusura serata il Generale Garofano non ha mancato di rispondere alle domande dei presenti chiarendo curiosità scientifiche, professionali e personali e di prestarsi per il firma copie e le foto di rito. Presenti alla serata anche il Presidente del Rotary Club Brescia Est, Maurizio Mazzotti, quella del Club Veronica Gambara, Flavia Caldera, e il segretario della sezione Rotary Montichiari dottoressa Elena Albini.
Marzia Borzi