Egregio Direttore,
Le scrivo prendendo spunto da “Ambiente&Territorio, evento organizzato dal gruppo
“Conoscere & Partecipare”, che ha visto la partecipazione interessata di più di 200 persone.
Tuttavia ho l’impressione che a qualche partecipante “illustre” siano sfuggiti dei passaggi.
Lo deduco da alcune affermazioni di sibillina interpretazione fatte ai giornali.
L’evento è stato promosso per portare all’attenzione pubblica una situazione ambientale che risulta ormai fuori controllo ed è riconducibile spesso a scelte politiche che hanno saccheggiato il territorio e che non hanno saputo incrementare il numero dei lavoratori ma che lasciano oggi in
eredità tante aree dismesse.
E arriviamo al PGT: Il Dott. Cambielli, (ARPA), in Consiglio Comunale a Manerbio ha dichiarato che i Comuni nei loro PGT possono fare molto per l’ambiente.
Nelle dichiarazioni di Sindaco ed assessori alla presentazione del nuovo PGT, vengono riportati toni trionfalistici su come essi abbiano detto NO a nuovi poli logistici sul territorio. Si potrebbe così dedurre che gli 11 amministratori locali presente all’incontro di cui sopra ne abbiano colto il significato. Ma leggendo bene traspare tutta l’arrendevolezza della compagine di governo: “per le logistiche serve una regia provinciale”.
Poi, gli oneri definiti “standard di qualità” che si dice di voler ridurre del 50% per favorire le nuove realtà produttive, garantiscono i livelli minimi di qualità dei servizi ai cittadini: opere di interesse pubblico, interventi di rigenerazione, ecc. Non facciamo agli imprenditori il torto di pensare che i loro piani industriali possano essere condizionati da questa sola voce. La maggior parte degli investitori socialmente responsabili si apprestano a controllare le società utilizzando criteri ESG per selezionare gli investimenti, quindi dubito possano essere questi argomenti appetibili.
Infine, quando si dice: “insediamento di alcuni settori quali lavorazione dell’alluminio e dell’ottone”, sottende forse le fonderie? Se si, quale differenza esiste in termini di impatto rispetto ad un polo logistico?
Contrapporre alla necessità di lavoro, il depauperamento dell’ambiente non rende onore a nessuno. Per uno sviluppo che possa dirsi green basterebbe guardare fuori dai propri piccoli confini. Auspicare poi nuovi insediamenti quando non si conosce la sicurezza di quelli esistenti non serve a nulla: a giorni arriveranno i risultati delle ultime analisi di Finchimica ma le immagini degli impianti obsoleti non lasciano spazio all’ottimismo. Si tratta di un’azienda RIR e da molti anni ormai manca l’apposita Commissione, per la quale tanti cittadini hanno sottoscritto una petizione indirizzata al Comune che ad oggi non ha ottenuto risposta.
Se solo coloro che sono chiamati a decidere, dovessero per un istante pensare ai propri figli, alle generazioni future, alle ricadute sui giovani, se si interrogassero su quale eredità possibile, il mondo sarebbe migliore.
Il resto è solo spot elettorale