Ci ha lasciato lo scorso 27 gennaio il maestro Francesco Brescianini, per tutti Franco. Una perdita immensa per Rovato, sua città natale, e per Lodetto, la frazione in cui abitava e dove lavorava intensamente alle sue opere. Una vita vissuta per l’arte, sua vocazione sin dalla giovane età.

Classe 1944, se ne è andato a 79 anni dopo una lunga malattia, lasciando un immenso vuoto ma al contempo opere indimenticabili ed apprezzate in tutto il mondo. Franco, fin da giovane, mostrò una predisposizione particolare al disegno e alla ricerca estetica. Iniziò la sua carriera come figurinista lavorando nella sartoria paterna, dove propose modelli esclusivi. Ben presto decise di dedicarsi totalmente alla pittura, sua vera passione, iniziando l’attività con non poche difficoltà, ma con grande determinazione ed umiltà. 

Una carriera lunga e ricca di soddisfazioni; le sue opere sono state esposte e apprezzate in tutto il mondo, tanto da essere presenti in collezioni pubbliche e private: Stati Uniti, Europa, Asia, Australia; non esistono continenti abitati che non conoscano la sua arte. 

La Città deve molto a Franco per aver fatto conoscere Rovato a livello mondiale; Lodettese convinto, firmava tutte le sue opere come “Brescianini da Rovato”, per fugare così ogni dubbio di attribuzione dovuto ad eventuali omonimie.

Riguardo a sé ed alla sua arte, ha dichiarato in alcune interviste: «Nei miei quadri non mi interessa riprodurre quello che vedo. Sono sempre stato un creativo. Mi ispiro ad artisti come Francis Bacon ed Egon Schiele e sono legato alla corrente dell’espressionismo tedesco, anche se la rielaboro in modo personale».

Il riferimento stilistico delle opere più recenti è quello della matrice cubista/futurista, con accentuata tendenza a dare alla forma una particolare vitalità; l’impressione che ne deriva è quella di immagini sempre in movimento, animate da una forza interna che vorrebbe sconvolgerle, ma che rimane invece solida nei suoi riferimenti figurativi.  

Il tema a lui più caro è rappresentato dalla figura femminile, raffigurata con una tecnica tutta personale, caratterizzata da un cromatismo appena velato che ne fa trasparire la misteriosa bellezza. Del gentil sesso diceva: «Considero le donne il motore del mondo. Le ho disegnate vestite e nude, in atteggiamenti aggressivi e contemplativi. Tutte, comunque, esprimono un senso di protezione, di pace, di stabilità».

È proprio nel binomio “immagine/colore” che Franco Brescianini rivela la sua attenta indagine estetica, la sua tempra di autentico artista.

LA SUA ULTIMA MOSTRA E IL SALUTO DEL SINDACO TIZIANO BELOTTI

Lo scorso autunno Franco Brescianini ha esposto i suoi quadri nelle sale del palazzo municipale con una mostra dal titolo “L’anima e l’arte”. Un’ esposizione che ha richiamato centinaia di visitatori. Il sindaco Tiziano Belotti, tramite i social, ha voluto salutare l’artista e ricordare questo importante evento. Riportiamo di seguito le sue significative parole: 

CIAO FRANCO

«La mostra in municipio dello scorso autunno è stata la più bella mai fatta da Franco Brescianini da Rovato.

Lo dico con tranquillità e senza alcuna presunzione, ma sapendo che è semplicemente la verità. È stata la più bella perché l’ha desiderata lui, appena prima del tracollo ma appena dopo la malattia che lo aveva già segnato ma dalla quale ne era uscito in piedi, o quasi. Venne in municipio, ancora pallido e un po’ meno agile di come lo avevo visto solo pochi mesi prima, ma sempre con quel suo portamento giovanile e piacevole, da ragazzino invecchiato ma neanche troppo, che solo le persone come lui possono sfoggiare. Mi disse che la proposta di una mostra in municipio, nel suo municipio, lo aveva molto affascinato e che l’accettava volentieri, anche se doveva ancora capire cosa esporre e dove. Gli feci vedere velocemente le sale che potevano essere utilizzate. Apprezzò, ma non mi diede la soddisfazione di dire che erano proprio belle e che andavano benissimo. Semplicemente mi fece capire che si poteva fare, con qualche adattamento, ma si poteva fare. Ad una sola condizione: che accettassi una sua piccola opera. Risposi che l’opera doveva essere donata al Comune, mica al Sindaco. Che in Comune l’opera resta come patrimonio della città di Rovato, mentre i sindaci cambiano. Rispose che le opere erano sue e che lui decideva cosa farne. Un pomeriggio suonò il campanello di casa e consegnò a mia figlia un piccolo quadro che conservo in camera, non ancora appeso. Mia figlia mi disse che era passato un signore della mia età circa, magro, distinto, elegante. Della mia età: potere dell’eleganza.

Dopo lo scivolone di Franco discutemmo in giunta se era o meno ancora il caso di procedere con l’organizzazione della mostra. Valentina (l’assessora Bergo) incontrò il figlio Andrea che disse che sì, che il papà lo avrebbe voluto. Arrivarono i dipinti, e arrivò quel Giampietro Costa che insieme al figlio Andrea combinò quell’allestimento che in tanti avete potuto ammirare. Un tripudio di figure femminili, di colori stesi in mille ritagli che hanno impreziosito le sale della nostra bellissima casa comunale. E arrivarono tantissimi visitatori, amici e soprattutto ammiratori di Franco e della sua arte, che per tanti giorni affollarono le sale dell’esposizione. È stata la più bella mostra mai fatta da Franco Brescianini e la più bella mostra mai ospitata nelle sale del Comune di Rovato.

Franco Brescianini da Rovato ne sarebbe stato estremamente orgoglioso, ma con quell’atteggiamento sempre elegante e fine, che l’arroganza non sapeva nemmeno dove stava di casa. Eppure lui era un grande artista che aveva girato ed esposto in mezzo mondo, ma senza mai colpi di testa. Che lui era di Lodetto prima ancora che di Rovato, e di quello sì che ne era profondamente fiero, e non mancava mai di rimarcarlo. Profondissime radici nella sua Lodetto, nella sua terra e nella sua gente. Quella gente che ha affollato la bella chiesa, l’altro giorno troppo piccola per contenere tutti coloro che volevano partecipare all’ultimo saluto.

Franco Brescianini è stato un grande artista. Le sue opere arricchiscono tante case in giro per il mondo. Una sua grandiosa opera arricchisce anche il Municipio di Rovato. Il figlio Andrea, generoso come il padre, a fine mostra ne ha lasciata una nella sala del Pianoforte, a ricordo suo e di quella esposizione che il Papà non è riuscito a vedere di persona. Lasciandola in Municipio quella tela è diventata patrimonio della città di Rovato, della sua città che tanto amava e di quei rovatesi che tanto gli hanno voluto bene e lo hanno stimato. Come uomo buono e generoso, semplice e cordiale, prima ancora che come Maestro di straordinarie capacità artistiche.

Grazie di tutto, caro Franco Brescianini da Rovato, e grazie anche al tuo figlio Andrea che hai deciso di salutare, guarda il destino, esattamente nel giorno del sul 50esimo compleanno. In una sorta di passaggio di testimone. Sicuramente in eleganza e generosità».

Emanuele Lopez 

(Foto by: Città di Rovato e Studio Agora)