Inaugurazione in pompa magna, lo scorso 4 maggio, per la sezione lapidaria “Pietre antiche della pianura bresciana”, finalmente aperta al pubblico nei locali del Past, il Palazzo dell’Archeo-logia e della Storia del Territorio dopo un notevole lavoro promosso dal Gam presieduto da Paolo Chiarini.
Ad aprire gli interventi delle autorità civili e religiose presenti proprio quest’ultimo il quale ha ripercorso il cammino di circa 15 anni, avviato con la mostra “I Longobardi nel bresciano” e conclusosi con il nuovo allestimento che custodisce 132 calchi in gesso ceramico di lapidi, cippi, pietre rinvenuti tra Montichiari ed una quindicina di altri paesi della Bassa Bresciana.
“Come si legge sul sito del Ministero per i Beni Culturali – ha affermato Chiarini – si tratta della prima gipsoteca in Italia da cin-quant’anni a questa parte e siamo orgogliosi di averla nel Past, termine che abbiamo coniato nel 2009, mutuato dall’inglese, e che per noi rappresenta il contenitore delle testimonianze del-l’identità e della tradizione di Montichiari e del territorio circostante.
Ciò che oggi presentiamo è importante poiché è sempre più raro ritrovare pietre antiche.
Ora puntiamo, grazie al progetto proposto dal Comune e accolto dalla Soprintendenza, all’istituzione del vero e proprio Museo arche-ologico”.
Andrea Breda, funzionario della stessa Soprintendenza, ha sottolineato l’ottima collaborazione instauratasi con il sodalizio di Chiarini: “L’operazione messa in campo è un’azione di memoria, di conservazione, di comunicazione e di esposizione di testimonianze dall’età preromana sino agli inizi del Novecento.
È la sfida, che potrebbe essere dichiarata fuori moda, ma invece necessaria, di proporre al pubblico la ‘fisicità’ delle opere in un tempo di forte virtualità”.
Nelle parole del vicesindaco Basilio Rodella è stato espresso il ringraziamento “a tutti i soci del Gam che lavorano con abnegazione fin dal 1989 e che con grandi sacrifici ci hanno consentito di arrivare a questi risul-tati”, con il richiamo alla recente donazione della famiglia Varoli relativa alla cascina di San Giorgio Alto, “il volano turistico-economico che collegherà, con un percorso ciclo-pedonale Montichiari alle altre eccellenze culturali presenti fino al lago di Garda.
Con l’avvio della sezione lapidaria Montichiari Musei garantirà l’apertura nei fine settimana: confido in una massiccia presenza delle scuole.
Oggi, possiamo dirlo, segniamo in maniera positiva la storia della nostra città”.
“Noi italiani – ha dichiarato l’abate Cesare Cancarini prima di impartire la benedizione e ringraziando per l’invito – siamo così abituati a vivere in mezzo alla bellezza che spesso non ce ne accorgiamo, come dimostrano queste pietre, che provengono spesso da luoghi di privati.
Dietro questa esposizione stanno un lavoro simpatico ed interessante, una professionalità ed un’inventiva non comuni.
La nostra storia, di cui dobbiamo essere fieri, è fatta di intrecci e di contaminazioni tra culture: l’umanità vive e respira solo quando vi è uno scambio con l’altro”. All’inaugurazione ha presenziato anche Guido Galperti, da poco nominato vicepresidente della Provincia di Brescia, il quale ha assicurato la presenza del Broletto “nel supportare economicamente la struttura monteclarense.
È fondamentale la condivisione diffusa tra enti locali, l’impegno dei volontari e le generose donazioni per ottenere buoni risultati”.
“In Italia – ha stigmatizzato – sembra che tutto vada a rotoli: momenti come questi dimostrano invece che vi è molto che funziona e bene”. Claudia Carzeri, consigliere regionale, ha parlato di Montichiari come “città importante che possiede molte potenzialità, ma è necessario attirare il turismo di regione. Regione Lombardia mette a disposizione importanti finanziamenti, come dimostrano i 6 milioni di euro investiti nel recente piano turistico.
Bisogna però lavorare in sinergia anche con privati e il Gam, in questo senso, svolge un lavoro straordinario, senza orari, con grande passione”.
Chiudendo la serie di interventi il sindaco di Montichiari, dopo il ringraziamento a Paolo Chiarini e ai suoi volontari, ha parlato del Past come di “un’ulteriore gemma nel sistema museale cittadino che sta a ricordare il ruolo del passato di un territorio per progettare il futuro”.
Ambizioso il progetto comunale: “Abbiamo in animo un’iniziativa interessante, che necessiterà del sostegno economico di Provincia e Regione, con il recupero dell’ex casa del custode, della palazzina di fronte al Past e l’apertura verso il Castello Bonoris facendo del museo archeologico il cuore pulsante della cultura.
Noi amministratori viviamo anche di sogni e San Giorgio Alto sarà un’altra bellezza da sfruttare una volta restaurata”.
Federico Migliorati